L’INCREDIBILE E ASSURDA VICENDA DI UN PRIMARIO IN UN LIBRO CHE STA GIRANDO L’ITALIA
Venerdì 19 dicembre alle ore 17.30 presso la sede dell’A.S.C.I. Associazione Scuola Cinema Italiana (in piazza Trieste e Trento, 48) lo storico Guido D’Agostino presenta il volume Rinviato a giudizio – Il calvario di un medico di Angela Matassa e Mimmo Ronga. Modera l’incontro la giornalista Gioconda Marinelli. Letture di Arnolfo Petri.
Un medico, primario presso un servizio trasfusionale all’interno di un’importante struttura ospedaliera specializzata in malattie oncologiche, dopo lunghi anni di seria e onesta attività professionale, si trova d’improvviso coinvolto in una vicenda giudiziaria che ha del grottesco. A seguito di una denuncia da lui sporta, riceve un avviso di garanzia con l’accusa di aver accettato la donazione di sangue da un soggetto gay (secondo l’accusa, «soggetto a rischio in quanto tale») e, successivamente, di aver trasfuso il sangue del donatore a una donna, di circa quarant’anni, ammalata di tumore. Da accusatore ad accusato, la vita del medico diventa un inferno, uno scontro continuo e ininterrotto con istituzioni, stampa, giustizia, tra l’indifferenza degli amici e la palese ostilità dei colleghi. La vicenda si snoda tra vissuti di pesante quotidianità e aule di tribunale, denunce di irregolarità e abusi di potere. Come in una vera e propria indagine, svolta in prima persona, il primario, nel corso di otto anni, riesce non solo a essere reintegrato nel ruolo che gli spetta, ma anche a smascherare gli artefici di un complotto, organizzato con l’intento di scalzarlo dal suo posto. Con il coinvolgimento di illustri personaggi, da Veronesi a Piazza a Tarro – tutti citati con i loro veri nomi – Mimmo Ronga ha contribuito a far modificare la legge preesistente in materia di donazione di sangue.
Una storia vera da leggere come un romanzo.
Un caso di parecchi anni fa, non ancora concluso, ma che si sta ripetendo con lo stesso divieto, in questi anni in diverse città italiane. Mentre altri Paesi fanno chiarezza sulle leggi e si aprono a una visione progressista, l’Italia resta indietro nel campo della donazione di sangue da parte di soggetti omosessuali.