Cinema: dai giovani per i giovani

Renato Aiello

Da quattro anni la cittadina di Vico Equense ospita ai primi di giugno il Social World Film Festival, rassegna cinematografica di vocazione sociale che diventa occasione di incontro e confronto tra giovani cinefili,

Social World Film Festival a Vico Equense
Social World Film Festival a Vico Equense

Il Social Festival per una settimana ha giocato lo stesso ruolo, quello di specchio del mondo sociale in cui viviamo quotidianamente dall’altra parte: un’ottica straniante per mettere a fuoco la realtà e catturare lo spirito dei tempi. 23 i film in concorso – di cui 11 anteprime – tra lungometraggi e cortometraggi di 15 nazioni diverse (e che faranno il giro del mondo grazie al tour “Social in the World”) e una giuria di 100 ragazzi per il festival ideato e diretto dal 24enne Giuseppe Alessio Nuzzo, che ha portato dall’ 1 al 9 giugno sul red carpet di Vico, attori del calibro di Giancarlo Giannini, Isabella Ragonese – madrina dell’evento – e Alessio Boni, e inaugurato il “Wall of Fame” in Piazza Kennedy – alias “Arena Loren” degli spettacoli serali – , un muretto su cui saranno poste le firme di tutte le stelle che passeranno in questa occasione. Una kermesse il cui motto potrebbe essere “i giovani per i giovani” perché tra staff, direzione, giurati e registi in gara l’età media viaggia intorno ai venticinque anni.aspiranti critici e video maker provenienti da tutta Italia e che partecipano a workshop gratuiti, seminari e giuria popolare. La cornice paesaggistica della città potrebbe già essere il set ideale di qualsiasi film sognante si voglia girare e il panorama che si svela davanti agli occhi, con quel Vesuvio al contrario e dal profilo insolito per chi lo osserva abitualmente da Napoli, al pari di un nuovo e strano pianeta avvolto da mare e cielo, ricorda quasi l’immagine simbolo di un film passato al Sundance di Robert Redford anni fa, “Another Earth”. Lì “Un’Altra Terra” si intravedeva improvvisamente nel cielo, rivelandosi clamorosamente come un gemello terrestre con tutte le problematiche riflesse e le vite difficili presenti giù da noi.

Per questa quarta edizione, dedicata al tema de “L’amore che unisce”, c’è stata una bella sfida di qualità tra lungometraggi e corti, con questi ultimi sempre meno “cenerentole” grazie alle tematiche forti e a sceneggiature complesse, come nel caso del corto di Davide Dapporto “41° parallelo”, quello che lega Napoli e New York sulla stessa latitudine emotiva, o dello short movie di Kari Barber – regista americana sulle orme della Bigelow – sull’amicizia catartica tra un soldato giapponese e un marine catturato  nella Manciuria del ’45. E se ad aggiudicarsi il Golden Spike Award secondo la giuria di qualità presieduta dal critico del Mattino Valerio Caprara è stato “Fuoristrada”, un film sul tema della transessualità, argomenti come guerre, omosessualità, eutanasia, immigrazione, infanzia e adolescenza violate (premio della critica in tal caso a “L’Intervallo” di Leonardo di Costanzo) e femminicidio (trattato quest’ultimo dal raffinato “Forbici” di Maria Di Razza su un triste caso di cronaca napoletana) hanno tutti offerto spunti di riflessione importanti sull’attualità in un momento in cui abbiamo bisogno più di porci domande che di ricevere risposte. Ma una certezza c’è: questo festival crescerà e se ne parlerà sempre di più negli anni a venire, a cominciare dalla prossima edizione in cui sarà aperto al pubblico il Museo del Cinema: un appuntamento in Costiera da tenere d’occhio e da non perdere.

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