A Napoli l’indie rock dei Kasabian

Maresa Galli

La mitica band inglese dei Kasabian che vanta fan in tutto il mondo è approdata per la prima volta a Napoli, all’Etes Arena Flegrea, per il Noisy Naples Fest, con il For cryng out loud! tour, dal titolo del loro sesto album di successo. Amati più degli Oasis dei quali si dichiarano fan (e viceversa), sono capitanati da Tom Meighan, voce e front e da Sergio Pizzorno, anglo-italiano, più volte chiamato a gran voce dal pubblico che gremiva l’Arena, seconda voce e lead chitarra (oltre a tastiere e synth); completano la band Chris Edwards al basso e Ian Matthews alla batteria. Capaci di fondere con maestria rock ed elettronica, lamentano l’incapacità delle band odierne di poter fare da headliner ai festival, di mantenere un buon livello creativo. Influenzati da DJ Shadow e Beastie Boys, amano Morricone, specialmente Pizzorno che, non a caso, ha chiamato i figli Ennio e Lucio Leone e un rapper come Kanye West.

Felice esordio sulle note di “Nessun dorma”, il brit-pop della band accende la sera dell’Arena che diventa una megadiscoteca all’aperto dove si ballano e cantano in coro le belle canzoni di rock orecchiabile e ben confezionato, più elettronico che acustico. Da “For Crying Out Loud”, disco d’oro in Gran Bretagna, regalano grande ritmo ed energia con “III Ray (The King), “You’re in love with a Psycho”, hit radiofonica dello scorso anno che vanta più di 8 milioni di views su Youtube e più di 23 milioni di ascolti su Spotify, “Wasted” e altre hit mescolate con le storiche e attesissime “Underdog”, “Club Foot”, “Eez-Eh”, “Vlad the Impaler”, “Fire”, “Days are forgotten”, “Man of simple pleasures”. E ancora good vibrations con “I.D.”, “Empire”, “Bless This Acid House”, “Stevie”, “Treat”, “L.S.F.” (Lost Souls Forever), “Comeback Kid”, “Praise You” di Fatboy Slim, fino al rutilante finale. Sul nuovo album Serge racconta: “Ho deciso di dare a me stesso sei settimane per scrivere un album come si usava fare in passato, che fosse veramente ispirato. Volevo essere sicuro che non ci fosse niente di più, di modo che le canzoni potessero diventare dei classici. Nessun autocompiacimento, niente fronzoli. Ho sentito Berry Gordy (famoso produttore e autore, fondatore della Motown) dire che se un pezzo non ti arriva nelle prime 4 battute allora è finita, così mi sono buttato a lavorare con questa classica attitudine old-school di scrittura”.

Un grande concerto che mostra tutta la vitalità del buon pop/rock d’autore, originale, che ha triturato la lezione dei maestri producendo canzoni forti, riconoscibili, coinvolgenti. Ben lo sanno i fan che ne cantano a memoria tutti i successi.

 

La band nella foto di Pietro Previti

 

 

 

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