Al Teatro Diana di Napoli è andato in scena “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”, diretto da Marcello Cotugno, recupero della precedente stagione, con Giuseppe Zeno nei panni di Gennarino Carunchio ed Euridice Axen nei panni di Raffaella Pavoni Lanzetti.
In scena Barbara Alessi, nei panni di Anna, Alfredo Angelici nei panni di Raffele e Francesco Cordella, nei panni del marinaio Pippo. Il testo rispecchia l’originale cinematografico del 1974, scritto da Lina Wertmüller con Valerio Ruiz e interpretato dai grandi Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. Un bel film che fece epoca, a differenza del remake del 2002, con la regia di Guy Ritchie, interpretato da Madonna e Adriano Giannini.
La ricca e classista industriale milanese disegnata dalla Wertmuller, Raffaella Pavoni Lanzetti, trascorre le vacanze con amici a bordo di uno yacht nel Mediterraneo. Discute, tra un cocktail e l’altro, con la coppia di amici progressisti Anna e Raffaele. A bordo, il marinaio Gennarino Carunchio, immigrato siciliano, misogino, è vessato continuamente da Raffaella. Racconta Cotugno: “La nostra versione ricolloca la storia nella dimensione del contemporaneo, scegliendo come nuovo campo di battaglia il differente clima socio culturale di una società tardo capitalista, in cui nuove tensioni e nuove contraddizioni determinano e orientano conflitti ed emozioni tra i personaggi”.
Se il film della Wertmuller poneva l’accento sulla lotta di classe, il comunismo, il liberismo, il capitalismo, ora i protagonisti parlano di crisi climatica, di immigrazione, di profughi, di post pandemia. Capricciosa, prepotente, Raffaella, nonostante il maltempo, decide di uscire in gommone, accompagnata da Gennarino.
I due fanno naufragio su un’isola deserta e la tensione, il gioco al massacro tra i due si trasforma in passione bruciante, in amore. I ruoli si ribaltano e Gennarino diviene il “maschio dominante”, selvaggio che domina la “bottana industriale”, ormai sua geisha. Può durare il rapporto tra i due, una volta portati in salvo?
Wertmuller a parte, molto bravi tutti gli attori. Belle le scene di Roberto Crea, con lo yacht, il gommone che si staglia in alto mare, la lussureggiante isola e i costumi di Lisa Casillo. Ben scelta la colonna sonora anni Settanta con celebri motivi e musica world dal sapore mediterraneo. Uno spettacolo teatrale ben riuscito, divertente che fa rivivere l’atmosfera caustica, grottesca del film che, nelle battute, sa raccontare i contrasti insanabili della società dell’epoca, forse di tutte le società che mal digeriscono i poveri, il lumpenproletariat, gli immigrati.