Amleto elettronico

Redazione

La locandina

Lo definisce “uno spettacolo mentale per luci, musica ed elettronica” Fabrizio Paladin, che porta in scena alla Galleria Toledo di Napoli dal 4 al 9 aprile Hamlet Routine//Hamle-Tronic. Vincitore dell’ottava edizione di Stazioni d’Emergenza per Nuove Creatività, lo spettacolo si ispira alla tragedia shakespeariana ma utilizzando consolle, luci stroboscopiche e canzoni (dello stesso Paladin), per toccare le corde più segrete, per entrare nella testa dello spettatore. La pièce in questa rivisitazione assolutamente originale, racconta una storia di deriva esistenziale. Paladin, con corpo e voce, è ora Amleto ora Ofelia. Centrale è il duetto con chitarra elettrica che vede i due giovani scontrarsi, incontrarsi, lasciarsi.

Una scena (foto di Ester Carbonetti)

L’Amleto è una caduta libera. – dichiara il giullare padovano – Tutti sanno benissimo che la situazione sta precipitando, chi fa finta di niente, chi nega l’evidenza, chi finge d’amare, chi non si risolve ad agire. Non succede niente, l’azione è intrappolata nel vischio del pensiero e ognuno aspetta lo schianto. Non c’è speranza, c’è solo attesa. Ecco cosa è Amleto per me, connessioni elettroniche del cervello. La violenza senza respiro della musica elettronica, la ripetitività di note prive di armonici mi ricorda la prima volta che ho assaggiato il sangue, uno dei miei primi ricordi di infanzia: mi sono tagliato, ho visto il sangue, rosso. Mi sono detto, è rosso, saprà di fragola, di ciliegia… assaggio. Metallo. Lamiere di suono nel sangue del pensiero. Tommaso mi ha proposto un po’ di pezzi che non era riuscito a far diventare canzoni… come se nel dubbio fossero rimaste ad aspettare. Erano Amleto ancora prima”. Musica ed elettronica di Tommaso Mantelli, maschere di Carlo Setti, luci di Loris Sovernigo.

 

 

 

 

 

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