“Anteprima di stagione” per lo Stabile partenopeo. Questo il titolo della nuova iniziativa del Teatro Mercadante di Napoli, che apre i battenti venerdì 13 settembre 2024 alle ore 21. Al Teatro San Ferdinando andrà in scena L’ereditiera di Lello Guida e Annibale Ruccello.
Lo spettacolo, presentato dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, è legato alla formazione attoriale e registica della Scuola del Teatro Nazionale e le realtà pedagogiche con le quali collabora.
GIOVANI TALENTI
La messinscena è firmato dal trentenne allievo regista Fabio Faliero con la supervisione artistica di Arturo Cirillo, attuale direttore della Scuola per Attori e Registi del Teatro Nazionale di Napoli. Interpretato da Vanda Colecchia, Eny Cassia Corvo, Marco Fanizzi, Luca Ingravalle, Eleonora Pace, Michele Scarcella, Sabatino Trombetta.
«Uno spettacolo musicale. – sottolinea Fabio Faliero – Un “film in bianco e nero” che attraverso un gioco farsesco e citazionistico ci parla della “vera” eredità. Non quella della protagonista, ma quella di Ruccello, di Eduardo, della sceneggiata, dell’iconografia e del teatro napoletano, del cinema».
ARTURO CIRILLO
Sulla genesi del lavoro Arturo Cirillo dichiara: «Da molto tempo pensavo di dedicare una delle mie esercitazioni con gli allievi registi alla drammaturgia di Annibale Ruccello. E trovandomi davanti due allievi campani – Enrico Torzillo e Fabio Faliero – che avevano scelto, rispettivamente, i testi Le cinque rose di Jennifer e L’Ereditiera di Ruccello, la presi come un segno del destino.
Anche perché sono due testi del drammaturgo di Castellammare di Stabia, che io ho portato in scena svariati anni fa. E, per non cadere in quello che il critico americano Harold Bloom chiama “l’angoscia dell’influenza”, pensammo con Fabio ed Enrico, che sarebbe stato bene che loro avessero visto i video di quei miei due allestimenti per poi fare tutt’altro.
Ne sono scaturite due “esercitazioni” molto personali, che a mio parere hanno colto sia il gioco che Ruccello e Guida fanno ne L’Ereditiera. Sia la solitudine e la storia di un’anima che Ruccello descrive ne Le cinque rose di Jennifer».