Dopo il successo della pièce “SantoStefano”, in scena al Nouveau Theatre de Poche di Napoli, sull’incarcerazione dell’anarchico Gaetano Bresci, il giornalista e scrittore Antonio Mocciola presenta il suo nuovo lavoro al NTFI, il 28 luglio 2020, nel Giardino Romantico di Palazzo Reale con L’Isola degli invertiti.
Il testo pone l’accento su una vergognosa pagina di storia recente, rimossa dalla coscienza collettiva, sempre bruciante alla luce di mai sopiti rigurgiti di omofobia e violenza: come raccontarla drammaturgicamente?
“Ho pensato che il teatro, ancora una volta, potesse veicolare pagine della nostra storia dimenticata. Vedere corpi, respiri, anime, che ridanno vita all’orrore della dittatura, può essere più emozionante di un libro, di un dossier, persino di un film. È accaduto veramente: trecento connazionali sono stati mandati al confino solo per la loro natura, e di conseguenza pratica, “diversa”. Non sono così sicuro che sia uno spettacolo anacronistico: mala tempora currunt…”.
Alla base della storia c’è stato un lungo lavoro di ricerca della documentazione, un lavoro giornalistico.
“Si, mi sono documentato, con le difficoltà del caso, essendo le testimonianze molto rare, spesso anonime, sempre reticenti. C’è qualche libro in giro, “La città e l’isola”, “In Italia sono tutti maschi”, ma non mi risulta che se ne sia parlato a teatro. Osiamo farlo, con dati reali (il questore Molina, sadico e perverso, è realmente esistito) ed altri creati ad hoc, come la storia tra i due “invertiti”. Il Duce voleva sbarazzarsene, ma senza volerlo, isolandoli tutti insieme, ha creato il primo gay pride della storia. L’ennesimo boomerang di un regime tragico e ridicolo insieme, che in tanti rimpiangono: dedico a loro “L’isola degli invertiti”.
L’emozione di mettere in scena un lavoro al NTFI?
“È un palcoscenico importante, in un luogo prestigioso e suggestivo come Palazzo Reale. Speriamo di esserne degni. In questi tempi post-covid avere ripreso a lavorare è già un grande – e per certi versi inatteso – successo”.
Instancabile, stai lavorando anche ad un videoclip. Quali i prossimi progetti?
“Si, dopo “Ubbidire”, che sta girando il mondo con la regia di Giuseppe Bucci, abbiamo girato – sempre su mia sceneggiatura – “Fraternité” per la regia di Adriano Murolo e “Il vangelo di Giuda”, diretto da Marco Prato, entrambi di prossima uscita. Ma il teatro resta la mia prima passione, e appena riapriranno – senza limiti – le sale, saremo presenti, più vivi e battaglieri che mai!