Arturo Bianco

Angela Matassa

Tommaso e Arturo Bianco in scena
Tommaso e Arturo Bianco
in scena

Unendo il cognome e la passione per il teatro ha inventato il titolo del suo nuovo spettacolo. Si chiamerà Biancoscenico e sarà rappresentato nello spazio Arcas di Napoli, dove sta lavorando con impegno e la voglia di mettersi sempre alla prova, di migliorarsi, di trovare una strada propria. Arturo Bianco, che l’arte l’ha respirata fin da bambino, dedica la sua performance, innanzitutto, allo zio Tommaso Bianco, interprete eduardiano, dalla brillante carriera cinematografia e teatrale, al quale, peraltro, somiglia molto.

Intanto, il 5 marzo si esibirà al San Ferdinando di Napoli, dove sarà il Cavalier Gennaro Fontanella, protagonista della commedia in due atti Va in scena l’imbroglio, scritta da Bruno Stanislao. Si tratta di una manifestazione di solidarietà organizzata dall’Ufficio notifiche del Tribunale di Napoli per raccogliere fondi finalizzati all’acquisto di alcune macchine per uno speciale esame degli occhi da sistemare negli ambulatori medici. “Per me è un vero debutto da professionista e proprio nel teatro che fino ad oggi avevo solo potuto sognare. L’iniziativa è seria e importante e in questo contesto accresce il suo valore umano e artistico”. E torna a parlare dello zio. “Tommaso è un grande attore con il quale ho trascorso l’infanzia. Le domeniche le passavo tra lui, mio padre, che adorava Sergio Bruni, e mio nonno che scriveva poesie in dialetto. Forse ci vuole anche tanto talento per intraprendere questa strada, ma era inevitabile che io assorbissi tutto ciò”.

Lo zio Tommaso, ovviamene, è contento che gli eredi continuino la tradizione. “Certo, gli fa piacere che si perpetui il cognome dei Bianco in un settore al quale lui ha dedicato e dedica la vita, anche adesso che vive a Bologna, dove mi ha coinvolto nei suoi lavori teatrali”.

Ma quanto ti ha condizionato la sua presenza? “Non mi ha condizionato, mi ha formato, mi ha arricchito. Ho appreso tutto quello che so fino ad oggi. Lo seguivo in teatro, quando recitava con Eduardo e dalle quinte guardavo meravigliato e rubavo qualcosa che certamente  mi è rimasta dentro. Però, accompagnato da questo ricco bagaglio, vorrei percorrere un cammino differente dal suo”.

Che cosa hai inserito in Biancoscenico? Un bel titolo davvero. “E’ un insieme di tutto. Sarò in compagnia solo dei musicisti che mi seguiranno in questa che è per me una vera presentazione come attore. Ci sarà, naturalmente, un omaggio a Tommaso Bianco con alcuni suoi personaggi, brani da Eduardo e Viviani. Voglio mettermi in gioco, scoprire se è il mestiere giusto per me. Se la cosa non funziona e il rapporto con il pubblico non si instaura, sono pronto a cambiare direzione, anche se non riesco ad applicarmi ad altro: è una specie di destino”.

Insomma, tagliare il cordone ombelicale per diventare grande. “Sì. E con la sua benedizione, spero”.

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