Maresa Galli

Anthea Principe

La copertina del libro
La copertina del libro

ESCE IL PRIMO SAGGIO SUL TEATRO PARTENOPEO, DIRETTO DA CARLO CERCIELLO. AUTRICE MARESA GALLI. EDIZIONI GUIDA

 

 

Martedì 12 luglio, alle ore 18,00, presso la saletta dello Spazio Guida di via Bisignano, 11, sarà presentato del saggio “Elicantropo. 20 anni tra sperimentazione e memoria” (Guida editori) di Maresa Galli. Con l’autrice, Giulio Baffi, Carlo Cerciello, moderati da Angela Matassa. Per il Teatro di vico Gerolomini sono stati venti anni diintensa attività creativa, di laboratorio e di vetrina per artisti che sarebbero, nel tempo, diventati importanti autori, attori, registi, scenografi, costumisti, musicisti, danzatori, di sinergie costruite con altri spazi teatrali partenopei, di creazione di un rapporto con lo spettatore intimo, spiazzante, provocatorio, affascinante, commovente, rabbioso, di un rapporto politico, anni di riconoscimenti nazionali e locali per il teatro.

Un volume fluido e godibile, ricco d’immagini che ravvivano la memoria di chi c’è stato e incuriosiscono i più giovani.

Ne parliamo con l’autrice.

Maresa, come è cominciata la tua “avventura” con il Teatro Elicantropo?

“Vent’anni fa misi piede per la prima volta nello spazio teatrale fondato da Carlo Cerciello e da allora non ho mai smesso di seguirne la proposta”.

Frequenti tutti i teatri per il tuo lavoro di critico. Perché l’Elicantropo ti ha così affascinata?

“E’ un luogo di sperimentazione e di memorie, nel quale si propongono classici e nuova drammaturgia, dove si reinventa a ogni messinscena lo spazio teatrale, dilatandolo con l’immaginazione, con la creatività di un affiatato team”.

Maresa Galli
Maresa Galli

Possiamo osare l’espressione magia del teatro?
“Senz’altro. Nella piccola sala nel cuore di Napoli, si respira un’atmosfera magica, con un’alchimia totale nel rito, che si rinnova ogni sera, che coinvolge totalmente lo spettatore facendolo sentire parte del tutto”.

Il teatro Elicantropo ha ricevuto, tra gli altri, il Premio Giuseppe Bartolucci nel 2001, con la seguente motivazione: Piccola e viva realtà napoletana che ha saputo trovare la scintilla dell’invenzione nel travestimento di un minuscolo spazio destinato a esistere solo creandosi una nuova faccia a ogni spettacolo, e a coinvolgere chi vi assiste nell’autorappresentazione di un teatro di testo che continuamente si raddoppia. Il tuo commento?

“La raffinatezza delle scelte di Carlo Cerciello s’è andata modellando un mondo grazie alla fantasia espressiva dei suoi attori, Paolo Coletta, Imma Villa, Roberto Azzurro in prima linea, spesso con il determinante sostegno produttivo di Vesuvioteatro”.

Uno spazio che ha fatto e continua a far parlare di sé per lo stile, per le scelte, per la forma di resistenza che mette in atto, anno dopo anno, qualunque repertorio decida di rappresentare.

“Dopo gli scandalosi recuperi del ‘600 partenopeo, grazie all’incontro con grandi autori contemporanei, eccolo approdare, a una crudeltà che non smette di essere gioco nel riflettere una condizione umana condannata ai contagi repressivi e alla finzione”.

Il tuo è il primo studio-saggio teatrale. Ma tu sei anche musicista e vocalist. Hai altro in cantiere?

“Sono scaramantica. Non parlo mai del futuro”.

Allora per ora, auguri all’Elicantropo e a te.

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