
Si tinge di mistero la vicenda che ha coinvolto Roberto Azzurro, aggredito e ripetutamente accoltellato il 4 agosto mentre tornava a Benevento, città che ha scelto da qualche anno, lasciando il caos della metropoli partenopea.
Ironico, istrionico, provocatorio, Roberto Azzurro, ha fatto del teatro la sua casa, interprete e regista, passa dal sarcasmo al dramma, usando la parola e la metafora per raccontare la vita a modo suo. Portando in scena una lezione universitaria o un processo giudiziario, attraversa la drammaturgia pensando a Shakespeare e a Wilde, con impeto e con passione; con la forza che lo caratterizza e che lo ha sostenuto anche in questa terribile avventura, in cui ha rischiato la vita.
A Napoli ha dedicato la sua nota invettiva Unalampa, descrivendo la città nei luoghi comuni, nelle tragedie minimali e nei grandi problemi, facendone un ritratto amaro e colto, attraverso testi originali, contemporanei e classici.
Lui, che ha raccontato le vite di personaggi scomodi, di uomini offesi, osteggiati, condannati senz’appello per la diversità di pensiero o di azione. Che ha messo in scena opere note rivisitate e riraccontate con pochi elementi e tanta riflessione. Che ha descritto con divertimento o sarcasmo, affondando o sfiorando, ora si trova a essere il protagonista di una vicenda che ha dell’assurdo. Specchio dei tempi violenti che viviamo, in cui l’umanità sembra scomparsa, l’individualismo si è accentuato, in cui la vita stessa ha perso di valore.
Un forte abbraccio e un grande augurio a Roberto perché presto torni a raccontare storie, magari anche la sua.