Bill Viola: Ritorno alla vita

Maresa Galli

E’ visitabile fino all’8 gennaio 2023 la Chiesa del Carminiello in Via Toledo a Napoli, che riapre al pubblico con una mostra, “Bill Viola. Ritorno alla Vita”. Viola, tra i maestri della videoarte, i cui lavori sono esposti nei maggiori musei del mondo, torna a Napoli con cinque opere: Earth Martyr, Air Martyr, Fire Martyr e Water Martyr, tutte derivate dall’installazione video su larga scala Martyrs, inaugurata nella Cattedrale di St. Paul a Londra, nel 2014, e Three Women (2008), parte di Transfigurations Series.

Situata in via Carlo de Cesare 30, nei Quartieri Spagnoli, la chiesa della Congregazione dei 63 Sacerdoti, risalente all’epoca Barocca, è conosciuta come Chiesa del Carminiello, poiché la tela della Vergine del Carmine, custodita all’interno, era ritenuta miracolosa. Il pavimento maiolicato seicentesco, costruito dai maestri riggiolari Giuseppe e Donato Massa, artefici del chiostro di Santa Chiara, e le decorazioni Rococò della navata ne fanno un gioiello architettonico.

La mostra è curata dal Vanitas Club, dal Bill Viola Studio, da Asso.Gio.Ca. (Associazione Gioventù Cattolica). Vanitas Club ha già curato, nel 2020, “Estasi”, la mostra di Marina Abramović a Castel dell’Ovo. “La chiesa, che rimarrà sempre destinata al culto, si configura come un vero e proprio gioiello che l’Associazione ha ritenuto doveroso riportare alla luce con la mostra. – afferma Gianfranco Wurzburger, presidente di Asso. Gio. Ca. – Quest’ultima contribuirà, in parte, alla raccolta dei fondi necessari per completare i lavori di restauro. L’obiettivo è quello di realizzare il centro di aggregazione giovanile “Fratelli tutti”, in collaborazione anche con la Pastorale giovanile della Diocesi di Napoli”.

Mostra di Bill Viola (foto di Maresa Galli)

Il fascino, il buio, la misticità che avvolgono nella Chiesa sono amplificati dal senso delle istallazioni del celebre artista che ha trasformato il video in pura arte. Le sue immagini forti di sospensione, immersione nell’acqua, nella terra, corde e movimento, oscurità e luce, raccontano la nascita, la trasformazione, la crescita spirituale dell’uomo, le emozioni profonde, la morte, il metatemporale. Background dell’artista e della sua visione, il sufismo islamico e il misticismo cristiano, il buddismo zen. Nella sua arte la tecnologia è piegata alla riflessione interiore, stimolando il pensiero critico nell’uomo.

Mostra di Bill Viola (foto di Maresa Galli)

In Fire Martyr, un individuo dapprima riposa su una sedia, poi si ritrova in movimento, avvolto dal fuoco, l’ora più buia per il martire che trasfigura nella luce. E così, in Water Martyr, più forte infuria l’acqua, più il martire si fortifica – i video sono in loop temporale, una metafora di condanna, di caduta, di circolarità e, forse, di rinascita. Così anche la video-opera Three women, interpretata da Anika, Cornelia, Helena Ballent, emoziona, con il “passaggio” di una madre e delle sue due figlie alla soglia della vita. Le tre donne attraversano un muro d’acqua, un passaggio, muovendosi verso la luce. Poi, tutto scompare “nelle grigie, tremolanti nebbie del tempo”, come spiega Viola, la cui opera è stata definita degna di un “Caravaggio hi tech”. Siamo noi tutti i martiri, ovvero i testimoni della sofferenza altrui e sta a noi seguire la luce o l’ombra.

INFO

L’esposizione è visitabile su prenotazione, www.vanitasclub.org

 

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