Carmine Meraviglia, 33 opere per un museo

Maresa Galli

Artista internazionale, nato a Napoli, attivo dal ’62, Carmine Meraviglia ha uno stile pittorico unico e riconoscibile. Pittore surrealista, figurativo, materico, scultore e ceramista, ha all’attivo tante mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Vincitore di numerosi premi, ha quindi  ideato lo “Stilismo Metafisico”, i “Drappeggi”, la “Nuova Civiltà”, un modo di trasferire nella pittura riflessioni, storie, emozioni attraverso un simbolismo che esalta il senso della vita con il suo tratto da Maestro. Con la sua visione offre una rappresentazione originale dell’Esasperatismo, Movimento Artistico nato a Napoli nel 2000, fondato da Adolfo Giuliani, per denunciare così la sofferenza del vivere quotidiano dell’attuale momento storico-culturale.

L’opera più rappresentativa dell’arte di Meraviglia è “Genesi Moltiplicante”, realizzata nel 2006 su commissione, per il Salone d’ingresso dell’Ospedale “Antonio Cardarelli” di Campobasso. Collabora da 50 anni con INT “G. PASCALE” IRCCS di Napoli creando sculture fuse in bronzo per i trofei e altre pregevoli opere.

Dal 19 al 30 settembre, a Palazzo Andito Bruniano di Nola, sono esposte sue opere in una personale patrocinata dal Comune. Abbiamo incontrato il Maestro prima dell’inaugurazione.

Carmine Meraviglia. Un’opera

Anche in queste opere torna il tema degli Angeli a lei tanto caro.

“Si. La mostra si intitola “33 opere per un Museo – Esasperatismo 24. Vernissage Angeli con Napoli e per Napoli”. I quadri in esposizione sono realizzati per un museo dedicato all’Esasperatismo. Gli artisti del movimento stanno cercando uno spazio adeguato che accolga oltre cento opere. Tengo a sottolineare che ho donato le 33 opere ai cittadini di Nola: sono loro, il popolo, il proprietario del patrimonio artistico”.

Lei ha dedicato tutta una vita all’arte, apprendendo anche tecniche dai suoi maestri.

“Si, ed oggi tutto è cambiato. Da giovane mi recai da Pietro Annigoni e da Renato Guttuso, che mi misero a parte della loro tecnica. Oggi non esistono più artisti così, fatti salvi personaggi del calibro di Franco Girosi e Armando De Stefano, colleghi-amici che visitavano anche le mie mostre”.

Le sue opere rivelano riflessioni profonde, filosofiche e religiose, sul destino umano.

“Attraverso simbolismi, mostro il percorso umano fragile, doloroso ma anche splendente, la catarsi e tutto ciò che vi è di bello nella vita, come la maternità, la fratellanza, la pace, l’amore che riconciliano. Basta poco, un piccolo gesto d’affetto, di solidarietà per sentirsi vicini e sconfiggere la cattiveria e l’individualismo”.

 

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