La diciannovesima giornata del Campania Teatro Festival propone tre debutti per la sezione prosa nazionale e l’inaugurazione della sezione Letteratura, “Lontano”, curata da Silvio Perrella. Il primo incontro è “Per sentieri chiari”, dedicato alla poetica di Fabrizia Ramondino. I bei versi poco conosciuti della compianta scrittrice e intellettuale, sono scelti e interpretati da Arturo Cirillo che spiega: “Questa bella idea è nata da Silvio Perrella che da anni cura la sezione Letteratura per il Campania Festival. C’è da qualche tempo un’attenzione di varie istituzioni per Fabrizia Ramondino: la casa editrice Fazi, il Teatro Stabile di Napoli dove ho messo in scena un suo testo inedito, e un altro testo inedito con la regia di Martone l’anno prossimo. Stasera creiamo un nuovo tassello di questo caleidoscopio molto vario. Il romanzo “Althénopis” è uscito nell’1981 ma lei scriveva poesie da molto prima, da quando aveva vent’anni”.
La produzione poetica della Ramondino è “sommersa, quasi clandestina”, spiega Perrella e ciò ha richiesto un appassionato lavoro di scavo fatto con persone molto vicine alla scrittrice, come appunto Cirillo, suo caro amico, e Vera Maone, curatrice del suo libro.
Dopo la lettura di alcune poesie, ordinate da Cirillo cronologicamente per restituirne emozioni e tempo, introdotte dall’attore che ne accompagna la favolosa scoperta, il dibattito di Perrella con l’attore/regista, Vera Maone e Matilde De Feo, curatrice del video “Ramondino’s apologue”, sorta di operina di appena sette minuti, una partitura sinestetica, con la voce di Mario Martone, originale omaggio che va oltre il puro documentario. Ramondino amava la poesia e amava il Canzoniere di Umberto Saba, i versi di Reiner Maria Rilke, di Federico Garcìa Lorca e dei poeti spagnoli. “Per sentieri chiari” è un libro composto in tre parti: Ramondino scrisse la prima poesia all’età di vent’anni, l’ultima a 56. Tutte profonde, rivelatrici dell’anima dell’autrice, le liriche sono dedicate alla madre, alla cara figlia, Livia Patrizi, ad Assunta Signorelli, ad un amico scomparso prematuramente, al nipote Elia.
Alla maniera de “Le 7 opere della Misericordia” di Michelangelo Merisi da Caravaggio, scrive un poemetto inedito, pubblicato solo sul sito della Fondazione Premio Napoli da Silvio Perrella, dal quale Cirillo legge “La Pignasecca”. Ad eccezione di questi versi c’è poca Napoli nelle sue odi: c’è la montagna (il Vesuvio) e c’è Milano, città nella quale aveva lavorato e che diede i natali all’amata Livia. Animato il dibattito sulla Ramondino, sul suo impegno in pratiche pedagogiche alternative e nel sociale, i suoi nuclei tematici, “Dadapolis”, libro di citazione su Napoli scritto con Andreas F. Muller, il prezioso “Passaggio a Trieste”, “Il libro dei sogni” e, soprattutto, il suo carattere, divertente e maliziosa, legatissima agli affetti.
Cirillo legge e rilegge l’intensa dedica che la scrittrice gli fece in forma di acrostico, una dedica che è già una piccola poesia dedicata al caro amico che ne ha letto l’anima, la sua scrittura salvifica ancora tutta da scoprire.
(Foto di Maresa Galli)