Come dire: Oscar del teatro

Angela Matassa

Roma – Al teatro Quirinetta, si è svolta il 24 giugno, in seduta pubblica, la selezione delle terne partecipanti al Premio Le Maschere del teatro italiano, organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival

Il logo del Premio
Il logo del Premio

in collaborazione con l’Agis  I dodici giurati si sono confrontati e scontrati sui nomi in lizza nelle undici  categorie, per scegliere i migliori nel settore dello spettacolo della scorsa stagione,  tra cui spiccano maestri della scena accanto alle nuove generazioni. Mancano i nomi degli emergenti che saranno invece scelti dall’Associazione Mariangela Melato che quest’anno collabora con il concorso. Presieduta da Gianni Letta, la giuria è composta da: Caterina Miraglia, Giancarlo Leone, Giulio Baffi, Marco Balsamo, Marco Bernardi, Emilia Costantini, Masolino D’Amico, Alberto Francesconi, Maria Rosaria Gianni, Enrico Groppali, Sergio Lo Gatto.

Si è svolta serenamente la discussione tra i giurati che si sono soffermati solo su alcuni nomi e spettacoli, prima di raggiungere l’accordo finale. Queste le terne selezionate. Artisti e addetti ai lavori voteranno a scrutinio segreto i vincitori della terza edizione del Premio. Queste le nomination: migliore spettacolo di prosa: Le voci di dentro, regia di Toni Servillo, Dopo la battaglia di Pippo Delbono, La coscienza di Zeno, regia di Maurizio Scaparro; in lizza nella sezione migliore regista Toni Servillo per Le voci di dentro, Luca Zingaretti per La torre d’avorio, Maurizio Scaparro per La coscienza di Zeno; la migliore attrice protagonista sarà scelta tra Pamela Villoresi per Memorie di una schiava, Manuela Mandracchia per Jhon Gabiel Borkman, Sara Bertelà per lo spettacolo Exit; e il migliore attore protagonista sarà scelto tra Toni Servillo per Le voci di dentro, Mariano Rigillo per Erano tutti miei figli, Filippo Dini per Il discorso del re. Mentre sono in lizza per il premio migliore attrice non protagonista Chiara Baffi per Le voci di dentro, Alvia Reale per Il panico, Anna Teresa Rossini per Erano tutti figli miei; e per la sezione attore non protagonista Peppe Servillo per lo spettacolo Le voci di dentro, Leandro Amato per C’è del pianto in queste lacrime, Ernesto Lama per Viviani Varietà; e ancora per la sezione miglior interprete di monologo sono entrati in terna Maria Paiato per Anna Cappelli, Sabrina Impacciatore per E’ stato così, Michela Cescon per Leonilde, storia normale di una donna eccezionale; e per la sezione autore di novità italiana Valeria Parrella per lo spettacolo Antigone, Mattia Torre per Qui e ora, Fausto Paravidino per Exit. Si contenderanno il premio miglior autore di musiche l’israeliano Ran Bagno per lo spettacolo Antigone, Nicola Piovani per La serata a Colono e Pasquale Scialò per Viviani Varietà. Il miglior scenografo sarà selezionato tra Simone Mannino e Simona Damico per C’è del pianto in queste lacrime, Claude Santerre per Dopo la battaglia, Massimiliano Nocente per Il discorso del re e la migliore costumista tra Catherine Rankl per lo spettacolo La scuola delle mogli, Simone Mannino e Simona Damico per C’è del pianto in queste lacrime, Antonella Cannarozzi per Dopo la battaglia.

Presenti in sala tra gli altri, oltre al padrone di casa Geppy Gleijeses, Tullio Solenghi, che come sempre presenterà la manifestazione finale al San Carlo di Napoli il 5 settembre ripresa in diretta da Rai Uno, Paolo Graziosi, Ugo Pagliai, Paola Gassmann, Anna Maria Guarnieri, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Margherita Di Rauso, Giovanna Di Rauso, Enzo Vetrano, Luca Lazzareschi, Giacinto Palmarini.

Non è mancato il “disturbatore”. Massimiliano Vado, attore teatrale e televisivo, ha più volte rintuzzato i giurati sullo spettacolo di Pippo Del Bono “Dopo la battaglia” non è teatro, – dice – si tratta solo di una messinscena. E’ assurdo che mandi filmati su sua madre”. Mentre Tullio Solenghi si chiede: “Chissà perché l’attore che fa ridere non viene mai scelto”. Cita il cinema. “Anche qui è lo stesso: si prediligono sempre film di Godard e mai uno di Chaplin”. E lancia una provocazione a Vado: “Alla serata finale a Napoli ti vorrei in palcoscenico con me”.

Passare dal Premio E.T.I. gli Olimpici del teatro che tenevamo a Vicenza a Le Maschere a Napoli – dichiara Maurizio Giammusso, ideatore dell’iniziativa con Luca De Fusco – è un salto di qualità. Avere il San Carlo per l’evento finale è qualcosa di veramente bello”.

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