
Pesci di scarto, pesci piccoli, “paranza”, sono i nuovi aspiranti boss di Forcella – sono i più spendibili, sacrificabili ma possiedono cattiveria (e ingenuità) da vendere. Nella vita possono essere fottuti o fottitori e dunque meglio essere fottitori, secondo Nicolas-Maraja, protagonista del terzo romanzo di Roberto Saviano, La paranza dei bambini che diventa teatro nella sapiente visione di Mario Gelardi che già mise in scena “Gomorra”.
Il progetto del Nuovo Teatro Sanità di Napoli, prodotto da Mismaonda in collaborazione con Marche Teatro, si avvale della drammaturgia di Saviano e Gelardi che ne è anche regista. Quasi tutti gli attori dello spettacolo, sempre più bravi, fanno parte della compagnia del Teatro: Vincenzo Antonucci, Riccardo Ciccarelli, Mariano Coletti, Giampiero De Concilio, Simone Fiorillo, Carlo Geltrude, Enrico Maria Pacini. Nel cast Carlo Caracciolo, coregista con Gelardi, Antimo Casertano, Luigi Bignone.
“Dobbiamo costruire una paranza tutta nostra. Nun amma appartenè a nisciuno, sule a nuje. Non dobbiamo stare sotto a niente.” Tutti guardavano Nicolas in silenzio. Aspettavano di capire come avrebbero potuto emanciparsi senza mezzi, senza un cazzo. Nemmeno votare potevano, erano in pochi ad aver compiuto diciott’anni”. Così scrive Saviano nel suo romanzo ispirato alla cronaca, seguendo, come spiega, le orme di Franco Rosi con il suo celebre film “Le mani sulla città” nel quale “personaggi e fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce”.

Da subito lo spettacolo teatrale colpisce per le scene, ispirate dalle graphic novel di Frank Miller e Alan Moore, dal dark della scena immaginato da Armando Alovisi, dagli abiti dark immaginati da 0770, dal presente dark che non lascia spazio ad alcuna luce, ad alcun colore – la realtà diviene iperrealtà, cifra surreale.
I ragazzi che si esercitano a sparare sui tetti della città, alle antenne, sono sagome di morte, personaggi nati dalla fantasia di un autore di fumetti che racconta il lato oscuro. Ragazzini di famiglie benestanti, che frequentano la scuola, lontani dalla camorra, hanno amici e ragazze, e si pongono come fine ultimo il guadagno facile, la vita da duri, spietati, trafficanti di droga disposti a rispettare codici di affiliazione sanguinari, a uccidere per il controllo di una piazza di spaccio, per avere soldi facili, per conquistare fette di potere.
Dopo le repliche lo spettacolo debutterà al Festival dei due mondi di Spoleto, il prossimo mese di luglio. “La paranza dei bambini” a teatro è un grande lavoro corale che mostra “voci che sovrastano urla, mani tese a costruire un presente reale”, per dirla con Saviano: ovvero il Nuovo Teatro Sanità e Mario Gelardi.