Il Teatro Bolivar di Napoli, diretto da “Nu tracks”, inaugura la nuova stagione il 14 ottobre 2023, con “6° (sei gradi)” di Giobbe Covatta e Paola Catella, con le musiche dal vivo di Ugo Gangheri. Ancora una volta è un numero il titolo del nuovo spettacolo dell’artista pugliese, dopo “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), tocca ora al numero “6”. Anche in questo caso il numero ha un forte significato simbolico: rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta.
L’azione è collocata nel futuro e si svolge in diversi periodi storici, nei quali la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi. I personaggi che vivranno in queste epoche saranno i nostri discendenti (figli, nipoti o pronipoti) ed avranno ereditato da noi il nostro patrimonio economico, sociale e culturale, ma anche il mondo nello stato in cui glielo avremo lasciato.
Ma come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di un grado rispetto ad oggi? E quando i gradi saranno due? E riuscire ad evitare aumenti superiori che porterebbero inevitabilmente alla nostra estinzione?
Il noto comico se lo è chiesto: modelli matematici applicati all’ecologia creati con solide basi scientifiche ci fanno nettamente pensare che i nostri più stretti discendenti avranno seri problemi e si dovranno adattare a (soprav)vivere in un pianeta divenuto assai meno ospitale, se non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia, sin da oggi.
Certo, l’uomo non perderà il suo ingegno e Giobbe si diverte ad immaginare le drammatiche e stravaganti invenzioni scientifiche, sociali e politiche, che saranno messe a punto per far fronte ad una drammatica emergenza ambientale e sociale. Ne nasceranno personaggi di grande verve comica, indaffarati a realizzare all’ultimo momento quello che noi avremmo dovuto fare da anni. E probabilmente i nostri discendenti ce l’avranno un po’ con i loro genitori, nonni e bisnonni. Forse li giudicheranno severamente e probabilmente troveranno estremamente ridicolo e pericoloso il loro modo di vivere.