Con Euripide si chiude la rassegna di Pompei

Redazione

L’allestimento della tragedia di Euripide Ifigenia in Tauride con la regia di Jacopo Gassmann, in scena venerdì 15 e sabato 16 luglio 2022 alle ore 21, al Teatro Grande del sito di Pompei, chiuderà il ciclo dei quattro spettacoli proposti per la quinta edizione della rassegna estiva Pompei theatrum mundi, del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, promossa con il Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con il Campania Teatro Festival.

La tragedia narra la storia della figlia di Agamennone, Ifigenia, immolata dal padre in nome della guerra ma salvata in extremis dalla dea Artemide di cui diventa sacerdotessa. Rifugiata in Tauride, straniera in un paese straniero, costretta a sacrifici umani, Ifigenia qui ritroverà il fratello Oreste, autore del matricidio di vendetta e perseguitato dalle Erinni, con il fraterno amico Pilade. I tre beffano il re locale, Toante, e fuggono per mare.

Con le scene di Gregorio Zurla, i costumi di Gianluca Sbicca, le musiche di scena di Gup Alcaro, il disegno luci di Gianni Staropoli, visual designer Luca Brinchi e Daniele Spanò, recitano Anna Della Rosa (Ifigenia), Ivan Alovisio (Oreste), Massimo Nicolini (Pilade), Alessio Esposito (Bovaro), Stefano Santospago (Toante), Rosario Tedesco (Messaggero). Coro di schiave greche: Anna Charlotte Barbera, Brigida Cesareo, Gloria Carovana, Roberta Crivelli, Caterina Filograno, Leda Kreider, Giulia Mazzarino, Daniela Vitale. Coro dei Tauri: Guido Bison, Domenico Lamparelli, Matteao Magatti, Jacopo Sarotti, Damiano Venuto.

Anna Della Rosa in scena (foto Centaro)

Un viaggio psicoanalitico per il regista, che sottolinea: «Solo quando Ifigenia si riappropria del suo passato, seppur ferocissimo, inizia il processo di liberazione e riappropriazione di sè, un percorso di emancipazione che è anche culturale di questa donna. Il pubblico assiste al suo viaggio da vittima sgozzata sull’altare alla salvezza in Tauride, ma con la mente ossessionata dal trauma: un momento che non può dimenticare. Ma da vittima diventa donna padrona del suo destino, che si ricongiunge al fratello e, così, capace di superare la morte. Questa invenzione di Euripide – conclude – è meravigliosa perché racconta la resurrezione di un essere umano. Ifigenia forte e fragile, straniera che ama la sua patria e la odia, come ama e odia la sua famiglia. Era ragazzina e diventa donna, era debole e diventa forte».

(La foto di copertina è di Ballarino)

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