
dello spettacolo
Nel secondo anno di rappresentazioni, debutta al Piccolo Eliseo di Roma il 28 gennaio, Educazione Siberiana di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro (che lo dirige), nato da un’idea di Francesco Di Leva e Adriano Pantaleo, ed è tratto dal romanzo di esordio e successo mondiale letterario dello stesso Lilin. Lo spettacolo è interpretato da Luigi Diberti e da Elsa Bossi, Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Stefano Meglio, Adriano Pantaleo, Andrea Vellotti.
“Con Lilin, – spiega Giuseppe Miale Di Mauro – abbiamo enucleato dal libro, che racconta un mondo vastissimo, sette comandamenti, cioè gli argomenti che abbiamo inserito in una storia inventata, cercando però di mantenere intatta l’essenza del romanzo”. Il libro parla degli Urka siberiani, ultimi discendenti di una stirpe guerriera: uomini che si definiscono “criminali onesti”, gente animata da un’etica forte e antica, capace di brutalità ma anche di esprimere un codice etico che paradossalmente si dichiara incorrotto nonostante sia l’espressione di una comunità criminale. “La storia di due fratelli molto diversi tra loro, Boris il giusto e Yuri il ribelle, rappresenta metaforicamente il modello del tipico conflitto che si sviluppa nel periodo post sovietico sia dentro una singola persona che nella società intera. – dicono Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro – All’epoca della fine dell’URSS gli effetti collaterali di quell’evento, i fattori politico-sociali, hanno generato il caos nel popolo stremato dalla dittatura e affamato di libertà. Ed è proprio la percezione distorta della libertà che ha spinto le persone verso atti estremi, fino ad arrivare al drammatico degrado delle anime».
L’Educazione siberiana è diventato anche un film diretto da Gabriele Salvatores con John Malkovich. E’ un vantaggio per lo spettacolo teatrale? “Il teatro e il cinema sono mondi diversi, – precisa Miale Di Mauro – il film ha una vita sua. Forse, però, può farci gioco”.