Cristina Donadio

Angela Matassa

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Cristina Donadio è la protagonista di Ciao maschio, lo spettacolo tratto dall’omonimo libro di Valeria Parrella, diretto da Raffaele Di Florio, in scena al Ridotto del Mercadante, con la partecipazione di Antonio Casagrande. Ma appaiono in video come ologrammi: Raffaele Ausiello, Antonello Cossia, Paolo Cresta, Marco De Notaris, Stefano Jotti, Sergio Savastano.

Sei alla seconda esperienza con un testo della Parrella, che diversità ci sono tra le protagoniste?

“Clitemnestra era tutta carne e sangue. Fisicità pura. Aveva contorni chiari e interpretandola, sapevo con che cosa avevo a che fare. Qui la protagonista, chiamata semplicemente Lei, è vento. E’ anima. E’ spirito. E’ difficile calarsi in Lei, personaggio impalpabile, a metà tra l’essere e il non essere. Tutto avviene nella sua mente mentre si trova in una condizione particolare e i ricordi, i pensieri tornano a galla. E’ una storia femminile che riguarda anche il maschile e che può essere valida sempre, perché Lei si trova in una situazione straordinaria ma non impossibile da verificarsi”.

E’ solo un’idea di donna come l’hai resa reale?

“Non è stato facile. Mi sono chiesta: come può muoversi un’idea in palcoscenico? Come ‘vive’ un concetto, privo di fisicità e corpo? Ho messo insieme i dubbi e le domande, li ho lanciati sul tavolo, poi ho posto davanti a me Clitemnestra e Lei, due figure femminili tanto distanti tra loro nella materia. Mi sono chiusa in casa e ci ho lavorato su”.

 Che tipo di musica sottolinea l’azione?

“La recitazione è accompagnata per l’intero tempo dalla partitura musicale di Riccardo Veno. Sono suoni naturali, rumori di ambiente che esprimono il ricordo costante della protagonista, i suoi sogni, i suoi incubi. E c’è un coro di uomini, di cui si sentono le voci. Antonio Casagrande, mio padre, è il corifeo, l’unico a comparire in carne ed ossa”.

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