Dal carcere alla scena

Redazione

Una scena (foto A.Miniati)
Una scena
(foto A.Miniati)

Teatro d’impegno sociale con Daniele Marazita che presenta Hai appena applaudito un criminale, all’Elicantropo di Napoli dal 24 al 27 marzo. Un testo da lei scritto e interpretato, dopo il laboratorio condotto all’interno del carcere di Rebibbia, con un gruppo di soli uomini, colpevoli di gravissimi reati.

La prigione vera diventa metafora di privazione anche nella vita di chi circola liberamente. Delle prigioni interiori, del senso della detenzione come pena da infliggere; del bene, del male, del valore della diversità di genere, e di ogni genere.

Il progetto è presentato dalla Compagnia Luca De Filippo, che continua idealmente la strada del recupero tracciata da Eduardo con i ragazzi del carcere minorile di Nisida.

Dal libro omonimo, l’autrice e interprete ha tratto la pièce teatrale che ha la regia di Alessandro Minati.

Un’esperienza, trasfigurata grazie all’azione teatrale, “che penetra inconsapevolmente il sommerso che è in ognuno di noi, un incontro impossibile tra le sbarre che diviene realtà da condividere tra “liberi” e “detenuti”: l’accettazione della contraddizione come strumento di sopravvivenza che solo il teatro sa cogliere”. Nella pièce, interpretata dalla sola Marazita, i detenuti appaiono ora presenti, ora liberi, ora incastrati nelle loro stesse colpe.

Una messinscena che rende palese il ruolo del fare teatro che, dunque, usando il giusto linguaggio e utilizzando anche il corpo come mezzo di comunicazione, può divenire strumenti di libertà e di cambiamento.

Grazie al lavoro laboratoriale condotto da Daniela Marazita e al loro impegno, quattro detenuti, autori di altrettanti monologhi, hanno ricevuto la menzione speciale della giuria del Premio nazionale di drammaturgia civile “Giuseppe Bertolucci” 2015.

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