Avrebbe compiuto sessantanove anni tra tre giorni ma la parca ha tagliato il filo che lo legava a una vita ricca di musica nella quale ha regalato

emozioni e poesia. Come sempre in piena attività, Lucio Dalla è stato stroncato da un infarto a Montreux, in Svizzera, dove si trovava in tournée. Reduce dall’apparizione al Festival di Sanremo, chiamato dall’amico Morandi, dove ha diretto “Nanì”, la canzone scritta per Pierdavide Caroni, stava promuovendo il doppio album “Questo è amore”, con inediti e perle del suo canzoniere. “Era felice – racconta l’amico fotoreporter bolognese Roberto Serra – divertito e in pace con se stesso”. “Era un musicista originale, di grande valore che ha inventato uno stile italiano e anche napoletano – dice di lui Renzo Arbore – per lui succederà quello che è successo con Gaber e De André: le sue opere migliori verranno studiate e apprezzate, si capisce che è nuova letteratura e poesia”. E Ligabue aggiunge: “è stato una delle persone più libere fra quelle che hanno fatto canzoni nella nostra storia. Era libero di seguire tutti i doni che gli sono stati fatti. Prima di tutto quello di una musicalità che gli usciva da ogni poro. Bastava che posasse le mani su un pianoforte o soffiasse su un sax o un clarinetto e ne usciva subito Musica. Poi la sua voce che, naturalmente, era così piena di Musica che tante volte era costretto a inventare linguaggi e suoni perché la lingua italiana non gli bastava”.
E’ vero, un genere, una sola lingua stanno stretti al grande cantautore, compositore, arrangiatore, musicista raffinato capace di spaziare dal jazz al pop con eleganza e maestria, senza mai ripetersi. Chi l’ha conosciuto ricorda la sua grande umanità, la cordialità vera, la cultura che ne ha fatto un esperto d’arte. Innamorato di Napoli e della sua storia ha reso omaggio a Sorrento con “Caruso”. Il sindaco Cuomo e la giunta comunale gli dedicheranno una piazza o una strada.
Profondo innovatore, lascia cinquant’anni di grandi canzoni all’affetto del pubblico che non lo dimenticherà mai. Di certo tra cinquant’anni si canteranno ancora “Caruso”, “Com’è profondo il mare”, “4/3/43”, “Futura”.