E’ dedicato al compositore boemo, lo spettacolo teatrale interpretato e diretto da Massimiliano Finazzer Flory , Il tempo di Gustav Mahler. Per

la prima volta a Napoli, andrà in scena domenica 5 febbraio al Teatrino di Corte di Palazzo Reale alle ore 17,00, nell’ambito della stagione degli Extra del Teatro di San Carlo. La performance è cucita come un’originale antologia di brani, tra i quali le pagine più belle de I fratelli Karamazov di Dostoevskij, il libro più amato da Mahler.
Massimiliano Finazzer Flory, voce recitante, è accompagnato da suggestioni tratte dalle sinfonie e dai lieder del compositore boemo, scandite dalle coreografie di Ghislaine Valeriani. Alle atmosfere musicali del pianoforte si accompagnano le esecuzioni alla tromba di Fabrizio Fabrizi.
L’attore è voce e volto di Mahler, uomo che ha intimamente combattuto e profondamente sofferto. “Senza patria, straniero talora perfino a se stesso, sempre irrequieto e con il timore di lasciare incompiuta la sua opera. Un uomo che attraverso la musica soddisfa la propria libertà interiore”. Quirino Principe (al pianoforte), filosofo della musica, tra i massimi esperti dell’opera di Mahler, ricopre il ruolo di un professore di ginnasio.
Si ripercorre così la biografia del compositore attraverso il corpus delle lettere e altri scritti soffermandosi sui temi dell’eros, della morte, della religione, della crisi di Vienna e del mondo mitteleuropeo, del rapporto tra la musica e la filosofia del tempo in uno dei periodi più decisivi e complessi della nascente modernità.
“Con un’illuminazione profetica Gustav Mahler affermava ‘Verrà un tempo in cui i viventi si accorgeranno di essere rappresentati, descritti e identificati dalla mia musica e capiranno che essa è in loro da sempre’. “Questo è il suo tempo”, spiega Massimiliano Finazzer Flory.
Nato in occasione dei 100 anni dalla morte del compositore, lo spettacolo ruota intorno a due figure: un uomo solitario che vaga per l’universo e il bambino abbandonato in attesa del padre, entrambi alla ricerca di una Natura perduta, quella di cui tutti abbiamo bisogno.