Diabolik 2: “Ginko all’attacco”

Redazione

di Angelo Matteo

C’è bisogno di coraggio per fare, in Italia, quello che i Manetti Bros. stanno facendo con Diabolik. I due registi romani hanno preso un’icona del fumetto italiano e hanno deciso di costruire intorno ad essa una serie cinematografica di grande spessore, girata con eccellenze tecniche e attoriali. La loro audacia per ora li ha ripagati, dato il buon successo del primo capitolo del 2021, l’approdo in sala del secondo e l’imminente arrivo del terzo. Si sbaglierebbe però a considerare “Diabolik – Ginko all’attacco” (appunto, secondo film della serie) un sequel del film precedente: questa pellicola è un nuovo episodio più che un seguito, proprio come ogni albo della serie a fumetti, che da 50 anni esce mensilmente nelle edicole italiane, è una storia a sé stante e non una prosecuzione della precedente.

Ciononostante, tra le due pellicole ci sono stati pochi cambiamenti, ma tutti notevoli. Innanzitutto, è modificato il volto di Diabolik: Luca Marinelli è stato sostituito da Giacomo Gianniotti nel ruolo del protagonista. Se sono molti gli esempi di personaggi interpretati da più attori (uno su tutti: Bond) nel caso di Diabolik questo cambio sembra quasi coerente con la sua identità narrativa. Il mago del crimine, capace di assumere mille volti con le sue prodigiose maschere, si presta particolarmente ad essere interpretato da attori diversi, mantenendo il mistero su quale sia la sua vera faccia. Inoltre, nel cast entra anche Monica Bellucci nel ruolo di Altea, segreta compagna di Ginko. Dunque, di cosa parla “Diabolik – Ginko all’attacco”?

Ginko (un bravissimo Valerio Mastandrea) crea una trappola per Diabolik ed Eva Kant (Miriam Leone). I due, messi alle strette, sono costretti alla fuga, durante la quale il genio del crimine abbandona la sua compagna. Eva, sentendosi tradita, decide di consegnare alla polizia il suo compagno. Nel frattempo, arriva a Clerville Altea, duchessa di Vallenberg, con una preziosissima collana. Ginko proverà a catturare una volta per tutte Diabolik e allo stesso tempo a difendere la sua amata Altea e i suoi gioielli. Le cose saranno per lui però più complicate del previsto.

La locandina del film

In questo secondo film dedicato al personaggio, i Manetti Bros. riprendono ciò che avevano fatto nella prima pellicola in maniera coerente. Scelgono una grammatica cinematografica il più possibile fedele a quella del fumetto, dirigendo i personaggi di contorno in maniera caricaturale e facendogli dire battute chiaramente fumettistiche. Il risultato è, di nuovo, un film d’autore digeribile da un pubblico ampio. Il comparto tecnico si conferma di grande qualità, come anche il cast, in cui spicca un ottimo Valerio Mastandrea. La colonna sonora, di Pivio e Aldo De Scanzi, è straordinaria, con un brano originale di Diodato che scorre nei titoli di testa. Ciò che più convince di quest’ ”operazione Diabolik” è la capacità di creare un mondo che, per quanto chiaramente artefatto, è convincente ed affascinante. Il piacere di tornare per la seconda volta nella loro Clerville, ritrovare il covo di Diabolik e lo studio di Ginko, i costumi splendidamente rétro e la tavolozza di colori virata decisamente verso il grigio e il nero, ma nonostante questo molto emotiva, è davvero tanto.

“Diabolik – Ginko all’attacco” è forse anche migliore del precedente, nella storia e nello svolgersi degli avvenimenti, confermando dal punto di vista tecnico quanto di buono visto nel primo. Si consiglia la visione soprattutto a chi ha potuto già vedere il film con Marinelli, così da poter godere appieno dell’opera dei registi romani. In attesa del terzo capitolo.

 

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