Uno spettacolo femminista, composto da materiali che non lo sono affatto. Così è definito Disprezzo della donna da Gli Scarti ETS, Frosini/Timpano – Kataklisma teatro. Sarà in scena al Teatro d’innovazione Galleria Toledo di Napoli il 9 e il 10 novembre 2024. Una cantata sul Futurismo.
Il futurismo della specie è una cantata a due voci dedicata ai futuristi ed al disprezzo della donna. Uno spettacolo contro la donna che ostacola la marcia dell’uomo, contro quei fantasmi romantici che si chiamano donna unica. Amore eterno e fedeltà, contro il femminismo e contro la famiglia, contro la democrazia e contro il parlamentarismo.
LA DONNA
“L’immaginario sulla donna che emerge con violenza dallo spettacolo – spiegano – ci appare lontanissimo. Eppure ancora riconoscibile e attuale, quasi sempre fastidioso e intollerabile. Perché ci son cose che oggi – forse – non si possono più dire né pensare ma che ahimè ancora ci appartengono. E 100 anni dopo sono qui, tra noi, in noi. Attorno al tema della donna si addensano altri temi, altrettanto riconoscibili oggi: pacifismo, interventismo, la politica e la guerra, la marginalità dell’arte e degli artisti, i nazionalismi, il populismo, l’omofobia, l’industria del turismo, l’individualismo esasperato”.
Liberamente tratto da diversi testi e manifesti di Filippo Tommaso Marinetti, Maria D’Arezzo, Enrica Piubellini, Volt, Depero, Emilio Settimelli. Da Giovanni Papini, Valentine De Saint-Point, Rosa Rosà, Adele Clelia Gloria, Irma Valeria, Libero Altomare. Benedetta Cappa Marinetti ed altri autori ed autrici del Futurismo italiano, Disprezzo della donna è una cantata dove non si canta perché non c’è più niente da cantare, tutt’al più si può stonare, nel tentativo di capire perché il Futurismo non aveva futuro.
“Il movimento che voleva rompere tutti i ponti con il passato ed ha rivoluzionato tutti i codici artistici, rispetto alla donna è profondamente, anche se contraddittoriamente, tradizionale, costantemente in bilico tra il rifiuto degli schemi romantici e della tradizione ed il continuare ad inscriversi in una visione del mondo patriarcale e maschile”.