Don Giovanni di Mozart

Maresa Galli

Felice taglio del nastro per la Stagione del Teatro Bellini di Napoli con “Don Giovanni” di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio con Petra Magoni nei panni di Don Giovanni, androginica, eclettica creatura in frac bianco stile Cotton Club anni Trenta, in quegli anni diretto dal mitico Cab Calloway. Lo spettacolo, che ha debuttato con successo al Festival Les nuits de fourvière di Lione, è una coproduzione della Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Accademia Filarmonica Romana, Les nuits de fourvière – Lione. L’ottimo lavoro dell’Orchestra, che già regalò riletture delle opere mettendo in scena il “Flauto Magico” e la “Carmen”, presenta, per la regia di Andrea Renzi e la direzione artistica di Mario Tronco, un’opera favolosa classica/pop, che si presta all’improvvisazione come nel migliore jazz, miscelando blues, lirica, ragtime, rock, disco music. Le voci sono straordinarie, dai colori strepitosi e dall’intreccio perfetto, capitanate da Petra Magoni, brava, come tutti, anche nel ruolo attoriale. Apre la scena un fantastico pianoforte che accompagna la voce roca alla Louis Armstrong, di Omar Lopez Valle/Leporello, che intona “Notte e giorno faticar”, suonando poi la tromba. Celebri arie d’opera seguono nello stile dell’Orchestra che ne offre una versione stringata del Don Giovanni, irresistibilmente fantasiosa ma rispettandone la partitura e lo spirito.

“Siamo abituati all’idea di un Don Giovanni Burlone, che si finge spesso un altro. Il travestimento, la mascherata sono le tentazioni per lui irresistibili – afferma Mario Tronco – Potrebbe essere una definizione del Teatro come luogo in cui esseri in carne ed ossa si fingono altri”. Realtà multietnica del panorama musicale nazionale, l’Orchestra spazia con sapienza, eclettismo ed eleganza tra i generi musicali – la buona musica è una e non ama gli steccati. Don Giovanni/Magoni, nel 2040, è il proprietario del club ed è anche autore delle musiche e direttore d’orchestra. Seducente androgino, sulle orme glam e trasgressive di David Bowie e dei grandi transformer, è libertino e narciso nella incredibile padronanza del ruolo della vocalist che canta nel suo stile unico. Completano l’opera i bei registri vocali di Simona Boo, Donna Anna, Hersi Matmuja, Donna Elvira, Mama Marjas, Zerlina, Evandro Dos Reis, Don Ottavio, Houcine Ataa, Masetto. Ne vien fuori un’opera che sprizza energia, colore, nella “vitale e festosa Babele” che rinnova lo spirito del capolavoro settecentesco riletto con eguale entusiasmo e rigore. Gli strumenti impiegati sono quelli tipici della musica rock o jazz: pianoforte, tastiere, chitarre, contrabbasso, batteria; le eleganti elaborazioni musicali sono a cura di Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli. Gli artisti in scena cantano in italiano, brasiliano-portoghese, arabo, spagnolo e francese. Il finale è esplosivo, gioioso, trascinante, sulle note di “I feel love” di Donna Summer. Un magnifico lavoro corale, un modo per continuare a dare spazio, per dirla con Andrea Renzi, al Noi e non solo all’Io. In scena fino al 30 ottobre.

 

 

 

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