Lunedì 3 febbraio, il ciclo di appuntamenti con il teatro d’autore e il dibattito presenta, a casa di Manlio Santanelli, Anime nude di Angela Matassa e Gioconda Marinelli

dello spettacolo
(testo che ha ottenuto il patrocinio dell’UNICEF Campania) per la regia di Fortunato Calvino, con Gioia Miale e Pasquale Termini al violoncello. “Irene, Miriam, Maria, Anna, Emanuela, Jala sono queste e altre, le figure femminili che le due autrici hanno disegnato a quattro mani, dando voce e corpo alla violenza dell’uomo sulla donna – spiega Fortunato Calvino – più che un emergenza (che è sempre esistita), la trovo una feroce ingiustizia, complice il silenzio delle istituzioni che si è perpetuata ai danni della donna da sempre e scoperta solo ora; essendo diventata quotidiana cronaca nera”. Come sempre, le opere del drammaturgo e regista partenopeo disegnano creature a tutto tondo, forti, pronte a reagire, talvolta a riscattarsi. In “Malacarne” l’autore di “Cravattari”, importante lavoro del quale quest’anno si celebrano vent’anni, mostrava uno spaccato del mondo della camorra al femminile, quando ancora il fenomeno non era assurto all’attenzione dei media in modo eclatante. Il testo di Matassa e Marinelli giunge in un momento giusto nel quale è forte l’attenzione verso un tema drammatico e ricorrente definito femminicidio.
Toccherà a Gioia Miale dare corpo alle tante figure immaginate dalle due giornaliste e scrittrici. “Il teatro – spiega Calvino – fa bene a mettere in scena, attraverso i suoi autori, queste tematiche, per far sì che se ne possa discutere e aiutare la donna-succube dell’uomo, a farle assumere consapevolezza del proprio ruolo e smettendola di giustificare la violenza che subisce dall’uomo-marito-amante spesso sia fisica che psicologica. Ho fatto un viaggio tra questi profili, di diversa nazionalità ed estrazione sociale e culturale: si ritrova la donna povera, l’intellettuale, la poetessa. Si tratta sempre di amore malato: la donna cerca di giustificare/proteggere l’aggressore per tenere unito il nucleo familiare, perché incline al perdono. Spesso ha paura di uscire da questa gabbia, di poterne anche solo parlare. Simile, agghiacciante fenomeno, sottaciuto, esiste anche tra partner omosessuali, come evidenziato oggi da molteplici studi. E’ devastante. Ho invertito le scene, spostando alcuni racconti del monologo. Ho posto in rilievo il messaggio, già presente nel testo, per dare alla donna la possibilità di reagire, di diventare consapevole della propria forza. L’operazione che Il Teatro cerca Casa mette in piedi è affascinante, con il pubblico a pochi centimetri dagli attori, in totale comunicazione”.
SINOSSI
La pièce teatrale “Anime nude” racconta storie di donne vissute in luoghi e tempi differenti. Disegna brevi ma intensi ritratti di scienziate, pensatrici, prostitute, bambine, vessate dall’indifferenza, dalla sopraffazione, dalla violenza esercitate ai loro danni dalla società e dal potere. Un universo femminile che si difende con le unghie e con i denti, spesso a costo della vita. Porta alla ribalta vicende private e pubbliche, che puntano al cuore nella ricerca della verità, che colpisce per la durezza e contemporaneamente per la poesia e la veridicità delle parole. In tempi di femminicidio, questo testo, scritto nel 2010, anticipa l’orrore e il dolore della cronaca viva. Trasfigurandola, porta alla ribalta un tema terribile, con la speranza di scuotere una società ancora sorda.