
Viene ambientata in un circo di periferia destinato a chiudere i battenti, la “Francesca da Rimini” di Antonio Petito. O meglio, è l’interpretazione che ne dà Davide Sacco, giovane regista partenopeo, per portare avanti il discorso sul rapporto con il potere, sulla crisi, sociale e dell’arte. Messo in scena nell’ambito della rassegna Arte Fiera, lo spettacolo, con il titolo Il grande Circo degli Incornati, ispirato alla nota farsa di Petito, sarà rappresentato al Teatro Sannazaro di Napoli il 22 e 23 aprile.
La crisi, entrata con prepotenza nel tendone, impone a giocolieri, danzatrici, trampolieri, circensi tutti di adeguarsi alle circostanze e giungere a un compromesso col partito al potere: se la compagnia degli Incornati metterà in scena la “Francesca da Rimini”, grande tragedia di Silvio Pellico, le verranno garantite le sovvenzioni che le permetteranno di sopravvivere. Non tutto, però, va come deve andare e, nonostante l’impegno degli artisti, la “Francesca da Rimini” reinterpretata si trasforma in una sequenza di esilaranti gag ed equivoci .
Davide Sacco sceglie il rapporto diretto con il pubblico, facendo muovere gli artisti anche in platea coinvolgendolo nel magico mondo del classico tendone. Con attori e acrobati anche i musicisti (Sossio Arciprete, Francesco Del Gaudio, Raimondo Esposito) che, con chitarre, trombe, tamburi e tamburelli, lo accompagnano di scena in scena attraverso le canzoni originali scritte da Sacco, Cantalamessa, oltre che di Viviani.
In una sorta di teatro nel teatro, al tentativo di mettere in atto la “Francesca da Rimini” si alternano le storie dei tre circensi, tre fragilità, tre esseri umani ognuno col proprio passato e con i propri rifiuti, che hanno trovato la normalità nel circo, qui simbolo dell’arte.

“Lo spettacolo, attraverso toni leggeri e surreali, – spiega Sacco – vuole raccontare una generazione di artisti che non trova nella Politica e nelle Istituzioni il sostegno adeguato per crescere e sopravvivere nel proprio Paese ed è costretta a partire per poter esprimere la propria arte”.
La sintesi di questo pensiero è la frase che chiude lo spettacolo, ad opera dell’assistente dell’assessore: “Quando la bestia diventa il domatore, ecco che arriva la crisi”. Come anche il sottotiolo che recita: “Come a causa di una cattiva gestione politica una tragedia diventò commedia”.
Recitano Ilaria Ceci, Piero Grant, Matteo Mauriello, Francesco Russo, Eva Sabelli. Costumi di Francesca Romana Scudiero, scene di Luigi Sacco.