I concerti di “Eclettica 2.2 – Musica Millemondi”, una produzione del Teatro Galleria Toledo di Napoli, a cura di Girolamo De Simone, iniziata ad aprile con il concerto di Luca De Prisco, hanno presentato diversi e preziosi eventi anche nel mese di giugno: “Approdi | 3”, con la partecipazione di Girolamo De Simone, Gabriele Montagano, Enzo Amato, Gabriele Denaro, Andrea Riccio e altri protagonisti della scena musicale partenopea; il ritorno del pianista e compositore Eugenio Fels; il gran finale, il 21 giugno, “Festa della musica, con il ricco e intenso pomeriggio musicale, “Improvvisiamo perché siamo liberi”.
Dedicato a Giuseppe Chiari, il celebre compositore e artista concettuale, uno dei maggiori esponenti del Gruppo Fluxus, il progetto è stato il brillante risultato di un percorso dedicato ai nuovi linguaggi e all’improvvisazione di gruppo dalle scuole musicali partenopee.
Rosario Squillace, anima di Galleria Toledo, ha garantito la perfetta riuscita degli eventi. Sul palco, emozionati e professionali, due ensemble nati nell’ambito delle progettualità attivate dal Ministero dell’Istruzione su tutto il territorio nazionale, per promuovere la conoscenza e lo studio del jazz e dei nuovi linguaggi musicali. De Simone, pianista, compositore e agitatore culturale, tra i massimi esponenti della musica di frontiera, critico musicale e docente, auspica che il Ministero, considerati i buoni frutti raccolti, possa continuare ad erogare questi pochi, preziosi fondi per ampliare l’offerta formativa. Suona il Trio composto dai giovani Alessandro Silvestro al pianoforte, Raffaele Artiaco alla batteria, Daniele Cortese al basso, con emozionanti “Sketches”, tra impeccabile scrittura e composizione estemporanea – il “segreto” del jazz, summa di rigore e insieme libertà creativa, improvvisazione.
Applausi anche per il secondo gruppo, “Horus – nuovi linguaggi”, formato da Maria Grazia Castello, Vittoria Cardone, Domenico di Francia, Giovanni Grasso, Stefano Landolfi, Emanuele Falanga e Gaetano Marte, ensemble di chitarre, sax, clarinetto e tastiere. Con Horus suona il giovane Giuseppe Augello, che fa ascoltare al pubblico il suono del ‘Tension-Engine’, un nuovo strumento elettronico autocostruito. Dirige l’esibizione di Horus il musicista e compositore Enzo Amato, che guida le due “geometrie” variabili con passione – una di esse è dedicata all’inutilità e alla cattiveria assordante della guerra, resa in modo estremamente significativo con suoni aspri e dissonanti.
Un’altra, sognante, nasce dall’esigenza di creare il suono dei pianeti, per il Planetario di Città della Scienza – una “Pulsazione mistica”, un beat emozionale, un respiro che si fonde con quello dell’universo. Gli allievi dedicano un brano a Girolamo De Simone che presenta, in prima assoluta, il suo nuovo libro, “Il suono è un altro sguardo”, edito da Marco Refe per Crac Edizioni. L’autore parte dagli aforismi di “Lasciate i pianisti nelle gabbie”, da lui ideati in piena tangentopoli, offrendo uno spaccato acuto e ironico del “Nuovo bestiario musicale”, su tutte le figure spesso negative del campo musicale: il musicista, il docente, il critico, l’accademico, l’allievo “scapace”, quello che non ha mai con sé il quaderno, il libro di solfeggio. Un volume importante che raccoglie libri, articoli e saggi oggi introvabili. I titoli dei capitoli rivelano l’originalità dell’approccio: “Musica da indossare”, “Estetiche del plagio”, “Border music”, “Atlante degli abissi”, “Suoni, simboli e colori”, “Musiche replicanti” – occorre più che mai una riflessione musicale innovativa. Splendido che giovani musicisti si siano esibiti in uno spazio di sperimentazione e grande teatro quale Galleria Toledo, con De Simone che non si stanca mai di educare le nuove leve della musica a prepararsi con serietà, a sperimentare, allontanandosi dal vuoto narcisismo di tanti cosiddetti artisti che in realtà non amano la musica.
(Foto di Pietro Previti)