ERBA CATTIVA, MUSICA BUONA

Maresa Galli

 L’erba cattiva… non muore mai, in scena al Bellini di Napoli, è l’intenso, emozionante spettacolo scritto e diretto da Bruno Colella,  magistralmente interpretato da Enzo Gragnaniello e Luigi Di Fiore. Con loro in scena Vincenzo Catapano e il quartetto composto da Erasmo Petringa, violoncello, Ezio Lambiase, chitarra, Emidio Petringa, percussioni, Attilio Pastore, percussioni a fiato. Pretesto dello spettacolo è l’incontro tra Gragnaniello e Di Fiore, rispettivamente musicista e attore-regista, scritturati per uno spettacolo su Napoli, sui sui mille volti, sulla sua grande storia. Lontano dall’oleografia, i due amici discutono d’arte, di scugnizzi, delle voci di Napoli che una volta erano ricche d’anima, comunicavano, e oggi sono troppo spesso sono suoni gutturali, chiusi, egoisti, come il mondo individualistico in cui viviamo, mentre la voce è sacra. E Gragnaniello regala perle, da Passione a Indifferentemente alle sue Labirinto, Scetate, Meraviglia, L’erba cattiva, Smog and stress, Sera e matina, La casa col cancello, Donne, Cumm’è.

L’artista che ha incantato Sanremo con Murolo e la Martini, che definisce rispettivamente “la voce del mare e della tempesta”, capace di emozionare con la sua mantrica voce, rende omaggio ad altri grandi autori/interpreti della canzone: Don Backy (“Sognando”) e Modugno (“Dio come ti amo”), che quando cantava  “sembrava abbracciasse il cosmo”. Luigi Di Fiore, bravo, ironico, intelligente, è capace di raccontare Viviani, Dante, Apollinaire, la realtà di oggi da milanese innamorato di Napoli. Di quel calore vulcanico, di quelle viscere, di quella energia è fatto Gragnaniello, credibile anche come attore, perchè racconta e si racconta con irresistibile sincerità. Quei quartieri Spagnoli, quei vicoli che affacciano sulla città, sui suoi edifici storici, parlano di letterati e artisti e popolo, nella sua nobile accezione, di cultura alta perchè popolare. Nel racconto poetico e per immagini intercalato da videoproiezioni, con il giovane aspirante attore Vincenzo che irrompe in scena, simpatico siparietto, non manca il momento di amara riflessione con “’A Flaubert”, la canzone di denuncia di Scià Scià che ricorda l’impegno militante delle Nacchere Rosse del pasionario Enzo La Gatta, di Dario Fo e Gragnaniello. Luigi Di Fiore ricorda la tragica fine di Pippa Bacca, artista stravagante innamorata della pace, con  il suo messaggio d’amore per il prossimo che alla fine l’ha tradita.

Messaggi universali, come universali sono i versi di Gragnaniello, dei suoi predecessori, dei poeti della beat generation e dei poeti dell’oggi, di Vincenzo Guariniello “il pirata”, degli invisibili.

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