
“Tu ami la Gioconda, la vai ad ammirare ogni anno al Louvre ma poi ti chiama il direttore del Museo per avvisarti che è stata solo un fake per anni”: nella carrellata pop-trash di spezzoni video mostrati nel corso dello spettacolo Fake, in scena al Teatro Sannazaro di Napoli dal 27 al 29 gennaio 2023, manca solo l’uscita televisiva di Paola Barale a Verissimo del 2022, ormai virale sul web e in particolare sui social network, a proposito della falsità delle relazioni finite e del suo matrimonio passato.
Per il resto c’è tutto, dalla Pamela Prati simil gatto di Schrodinger ai nervi della Bonaccorti al Cruciverbone per l’immortale Eternit, sussurrato in diretta tv, dai dialoghi del Diavolo veste Prada fino a Beautiful e Titanic: un campionario di meme, parodie che spopola da anni su internet, e che diverte e mette a nudo vizi e virtù (poche, forse pochissime) dei vip e degli attori di cinema e tv nel Belpaese.
Se con Allegro ma non troppo, la stand up comedy dello scorso anno passata tra l’altro anche al Nuovo Teatro Sanità, la ribalta era tutta LGBTQ+, stavolta l’attore Lorenzo Balducci, classe ’82 e talento puro sul palco, mette alla berlina il dorato mondo dello spettacolo italiano: una piccola galassia fatta di pianeti gassosi, vuoti, popolati da scrocconi del buffet, uomini e donne aperitivo, gli onnipresenti, i cani che abbaiano già alla prima battuta, le dive egocentriche e i sopravvalutati, per non parlare dei caratteristi a vita e dei raccomandati, categoria in cui si inserisce, con autoironia, lo stesso protagonista.

Balducci in questa occasione, dopo aver già raccontato il coming out coi genitori e la scoperta fin da bambino del suo orientamento sessuale, si mette completamente in gioco e a nudo davanti agli spettatori, metaforicamente parlando. Racconta dei trascorsi burrascosi con le droghe, della caduta in disgrazia economica della famiglia – che pesò non poco sulla fama di raccomandato -, nonché dell’esperienza “formativa”, per certi versi, nel mondo della ristorazione, quando lavorava come cameriere fino a due anni fa in Italia e in Spagna.
Tra clienti cafoni di Roma Nord e richieste assurde al tavolo, è scoccata così la scintilla creativa che, dopo la parentesi madrilena, l’ha riportato prima sul piccolissimo schermo degli smartphone con gli irresistibili sketch e reel di Instagram e Facebook, e poi nuovamente in tv e in teatro, dove con Mariano Lamberti e Riccardo Pechini (autori di Fake, e Lamberti ne è anche il regista) si impegna in una prova d’attore e d’intrattenitore notevole. Balla, canta, azzarda passi e note di Dirty Dancing, in una vulcanica esplosione di satira e invito serio alla riflessione che lascia il segno, e che pone interrogativi non indifferenti allo spettatore. Non ci sono più dubbi sugli eccessi del mondo luccicante dello spettacolo, forse atavici e sicuramente esacerbati oggi, ma siamo sicuri che quello dei social, popolato da influencer e da noi stessi utenti, non sia meno morboso e tossico in fin dei conti?