“La Fortezza nascosta” di Kurosawa

Alberto Tuzzi

Giappone, Medioevo. Mentre la guerra civile semina morte e distruzione, i due contadini Tahei (Minoru Chiaki) e Matashichi (Kamatari Fujiwara), desiderosi di tornare a casa, sono assoldati dal generale Akizuki Rokurota Makabe (Toshiro Mifune). Abile samurai e capo di una delle fazioni in lotta, vuole portare in salvo l’erede al trono: la principessa Yuki (Misa Uehara). Ragazza coraggiosa e insofferente alle regole, imposte da una società feudale e maschilista. Lo sparuto gruppo, superando pericoli di ogni genere, giunge, alla fine, all’insperato successo. Il regista Akira Kurosawa con “La fortezza nascosta” (Kakushi toride no san-akunin, 1958) realizza una favola avventurosa. Tra il film di samurai e il romanzo picaresco, un’opera di puro divertimento, avvincente, spettacolare. Nel film, il grande regista giapponese (che cura la sceneggiatura con Shinobu Hashimoto, Ryuzo Kikushima e Hideo Oguni) contamina l’epica della tradizione dei samurai e il dramma storico con elementi comici e picareschi tipici del teatro popolare giapponese Kabuki. Confezionati con il ritmo e la spettacolarità del cinema americano.

Locandina del film di Kurosawa 

Ne “La fortezza nascosta” Kurosawa sperimenta anche nuove tecnologie, sia visive che sonore. Grazie al successo che il film riscuote nel mondo, raggiunge l’indipendenza artistica, fondando la sua casa di produzione: la Kurosawa Production. Da ricordare l’ottima direzione del cast, soprattutto nelle scene di massa e di combattimento, ottenuta anche con l’aiuto del maestro d’armi Tetsu Kuse. Le belle musiche sono di Masaru Satō.

Gli attori principali sono in splendida forma. Il grande Toshirô Mifune (il generale), la bravissima Misa Uehara (la principessa) e i due irresistibili Minoru Chiaki e Kamatari Fujiwara, nei panni dei due contadini. “La fortezza nascosta”, oltre che un classico del cinema sui samurai, è anche un film che, nel 1977, ispira George Lucas per il suo primo “Guerre stellari”. Come lo stesso regista americano dichiara tempo dopo, per quattro dei suoi personaggi più iconici. Basti pensare ai protagonisti principali (due contadini goffi, un generale saggio e una principessa orgogliosa), sostituiti dai due droidi C3- PO e R2-D2, dal vecchio Obi-Wan Kenobi e dalla principessa Leila.

Kurosawa è il più famoso tra i registi giapponesi del Novecento, grazie anche alle sue storie di samurai, con le quali ha reso famosa nel mondo occidentale una tradizione del suo paese ma ha affrontato, sempre con maestria, anche altri generi.

Misa Uehara (la principessa Yuki) nel film di Kurosawa 

Nei suoi film non manca mai un afflato libertario, uno spirito che, seppure pessimista, vuole opporsi alle forme di oppressione sugli individui. Nel cinema di Kurosawa spettacolo e avventura sono sempre offerti al pubblico in splendide vesti figurative. In grandi narrazioni spesso epiche, dal fascino delle fiabe, stilisticamente inconfondibili, in un compendio di culture diverse. Kurosawa ama la cultura occidentale nelle sue forme più varie, come il cinema americano, la letteratura europea dell’800, il teatro di Shakespeare. La sua opera ne è profondamente influenzata, ma mantiene sempre una costante relazione con la vita e la realtà del Giappone, fornendo lucide riflessioni sulla storia del suo paese. “La Fortezza Nascosta” resta, in definitiva, un film magistrale, girato con tecnica, rigore stilistico e levità. Un punto di svolta fondamentale nel linguaggio cinematografico del regista, un’opera indispensabile nella poetica del Maestro.

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