Frizzante Massimiliano Gallo ricorda gli Anni Ottanta

Angela Matassa

Sprizza energia ad ogni passo Massimiliano Gallo nello spettacolo Stasera, punto e a capo, in scena al Teatro Cilea di Napoli fino al 19 novembre 2023. Doppia settimana di repliche per l’eccessiva richiesta da parte degli spettatori, che riempiono la sala vomerese come un uovo.

Il suo è un omaggio agli Anni Ottanta, quelli della sua adolescenza, in forma di varietà. E’ accompagnato sulla scena dall’ensemble diretta dal M° Mimmo Napoletano, formato da Pina Germanà, Gianluca Mirra, Giuseppe Di Colandrea, Davide Costagliola, Fabiana Sirigu. a un lato del palcoscenico, Shalana Santana, è nei panni di una dj radiofonica, che con un “abbraccio circolare” (come si diceva all’epoca), dedica canzoni richieste dagli ascoltatori.

Alcune proiezioni d’epoca alle spalle, l’attore partenopeo, balzato alle luci della ribalta, grazie alle numerose interpretazioni televisive, cinematografiche e teatrali, si è guadagnato il sold-out attraverso una crescita artistica eccezionale.

Massimiliano Gallo. Locandina dello spettacolo

Sul palco del Cilea, però, non interpreta personaggi creati da altri, ma se stesso, all’età adolescenziale, di cui ha chiari e nostalgici ricordi. “Erano gli anni della fiducia, del benessere, della positività. I primi video clip, gli Swatch, la New Wawe, il Commodore 64, il Muro di Berlino, Canale 5, la donna in carriera, Reagan e Gorbaciov”.

Gli Anni Ottanta erano il tempo dei telefoni a gettone, degli apparecchi a cornetta casalinghi, con tanto di controllo di scatti. Era l’era delle sberle da parte dei genitori e dei rimproveri dei nonni.

Non si scendeva a patti, non si aggredivano gli insegnanti, non si concedevano uscite senza permesso. Erano tempi migliori? “Si mette un punto per ricominciare. Cominciare da capo, riprendere, ma non per forza facendo un passo avanti. – dice – Si può ricominciare anche tornando un po’ più indietro. Azzerando, portando a zero, cancellando, annullando quello che di buono non si è fatto. Avremmo bisogno di tre vite in verità: una per sbagliare, una per correggere gli errori, una per riassaporare il tutto”.

L’attore, frizzante ed atletico, si esprime anche con il canto, figlio d’arte qual è, e con la recitazione di divertenti siparietti.

Interagisce con il pubblico, l’artista, parla ai giovani per spiegare il mondo di oggi e con gli anziani per rinverdire i ricordi. Gioca e redarguisce chi, in sala, non molla il cellulare, acceso e in conversazione.

Uno spettacolo in due tempi, in cui si ride molto e si applaude di più. Il tono si paca nella seconda parte, quando, vengono affrontati i temi sociali e della politica attuale. Ma il sipario si chiude sulle note e sul ballo di Gioca giué, il tormentone estivo di allora.

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