Si è formata in tutto quanto fa spettacolo. Ha studiato canto, dizione, scenografia, regia, costumi. E’, inoltre, docente di recitazione. Gabriella Cerino, attrice, che ha spaziato dal cinema con grandi registi, alle fiction televisive, ma che si è soprattutto espressa nel teatro, giunge adesso a una nuova esperienza. Dirigerà dall’1 al 4 dicembre 2022 lo spettacolo L’inserzione da Natalia Ginsburg, al Teatro Elicantropo di Napoli.
Signora Cerino, quando ha sentito il bisogno di passare alla regia?
“In realtà mi ero già cimentata per i musical che realizzavamo all’Accademia del Delle Palme gli anni scorsi, poi c’è stato qualcos’altro, ma oggi sento di voler affrontare un testo completamente e metterlo anche in scena. L’occasione è stata di aver studiato, approfondito e sviscerato questa commedia, con una mia allieva privata, che doveva presentarlo all’esame dell’Accademia del Teatro Bellini per iscriversi ai corsi. Purtroppo lei non c’è più, ho voluto onorarla e lo dedico soprattutto a lei.
Quindi ne sarà anche interprete?
“Sì, con me ci saranno Chiara Vitiello e Peppe Celentano. E’ stato un lavoro duro e appassionato, non semplice, ma che ci ha molto presi”.
Che tipo di regia ha realizzato?
“Mantenendo storia, personaggi e spirito, ho rielaborato il testo e ne ho fatto una messinscena personale. I tre atti diventano tre quadri. Teresa, la protagonista, di cui ho mantenuto il carattere, parla della sua storia, mentre l’uomo appare in alcuni flashback. L’ambientazione scenica di è ispirata a Andy Wharol. L’azione si svolge negli Anni Sessanta, tra oggetti e arredamenti del periodo, accompagnata dalle canzoni di quegli anni. I miei anni”.
La Ginzburg affermava che il mondo maschile fosse cinico e spietato, anche questo dramma porta in primo piano un costante confronto-scontro dei due universi, femminile e maschile, che lottano da sempre. Condivide la sua visione?
“A dire il vero, sì. Purtroppo non è ancora superata la sudditanza della donna all’uomo: la cronaca ce lo racconta ogni giorno. C’è tanto da fare”.
Gran parte del suo lavoro è connotato da un forte legame al noir, al thriller, al giallo. E’ il suo genere preferito?
“Questo è vero, fin dai tempi de Il pozzo e il pendolo, poi all’Oberon, ma amo anche i classici: ho fatto Molière, Goldoni in altri luoghi, mi piace spaziare”.
Un altro impegno importante, oltre alla docenza, è il teatro per i ragazzi. Quanto conta per lei e per i giovani?
“Il sodalizio di venticinque anni con Peppe Celentano mi ha molto coinvolta. Inoltre venti anni di attività al Teatro Diana di Napoli, dove mi sono occupata di diversi aspetti, mi hanno portata con soddisfazione anche in questo settore. Quanto ai ragazzi, spesso trovano nei nostri spettacoli risposte ai loro problemi, di cui spesso non parlano né con gli insegnanti né con gli adulti. Noi realizziamo in forma di musical con le hit più amate, storie a forte carattere sociale, che esprimono la realtà in cui vivono. Così, con leggerezza, ricevono un messaggio utile”.
Quali sono gli ultimi titoli in programma nelle mattinate al Teatro Diana?
“Per i più piccoli presentiamo “Rapunzel” e per i grandi “Obbligo o verità”, uno spettacolo che parla del bullismo contro gli insegnanti”.
Ha qualche progetto in cantiere?
“l mio sogno è nel cassetto. Si tratta della realizzazione di uno spettacolo su Bernarda Alba, che vorrei realizzare con un gruppo di flamenco, così da far esplodere le emozioni delle Figlie attraverso la danza. Ma occorre una grande produzione”.