Trent’anni di concerti, studio, passione infinita per il jazz: Maresa Galli, sarà in concerto venerdì 4 maggio al teatro Orazio di Napoli.

Dopo gli studi di canto con il soprano lirico Maria Sepe de Maria, studio della chitarra, il Vocal jazz workshop di Miles Griffith e il seminario di canto carnatico, la Camerata Strumentale Campana, tante partecipazioni. Ricordiamole.
“Ho cantato in diverse formazioni rock come i No Art Cafè ed i Camera; pop jazz come le Immagini Fuggenti, i Consider me gone, i Risma & Blues. Nel jazz ho cantato con Romano Mussolini, Lino Patruno, Guido Pistocchi, Carlo Loffredo, Gianni Sangiust, Giorgio Rosciglione, Osvaldo Ramon Mazzei, Antonio Balsamo, Massimo Davola, Catello Cannavale, Marco Zurzolo, Enrico Del Gaudio, Franco De Crescenzo”.
E i concerti in Campania e fuori.
“A Napoli ho presentato concerti al Mercadante, Acacia, Castel Sant’Elmo, Teatrino di Corte, Villa Patrizi, Bellini, Politeama, Tasso, Mediterraneo. In ritrovi storici City Hall Cafè, Otto Jazz Club e Murat. Poi in circuiti calabresi e romani e in prestigiose rassegne della canzone d’autore italiana come il Premio Rino Gaetano, diverse edizioni del Festival di Recanati, all’Accademia di Sanremo, al Festival dei Giovani talenti”.
Qualche premio?
“Ho ricevuto il Premio Internazionale Città di Pomigliano d’Arco quale “Rivelazione jazz dell’anno” (2000). Ho preso parte alla compilation “Voci d’autore”, della Bop & Pop (’94) in veste di cantautrice (con Canessa) con il brano “Uffa!”. Ho cantato nel singolo “Stelle” di Paolo Gisonna e Gennaro Pasquariello; l’album si avvale del contributo, tra gli altri, di Renato Carosone, Enzo Gragnaniello, Nello Daniele, Luca Sepe, Sal Da Vinci, Valentina Stella, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Patrizio Trampetti”.
Quando nasce la passione per il jazz americano?
“Avevo undici anni quando ascoltai per la prima volta i dischi di jazz di mio padre: le voci di Armstrong, di Ella Fitzgerald, la Count Basie Orchestra mi lasciarono senza fiato e me ne innamorai”.
Provieni da una scuola lirica però il tuo repertorio è sempre stato diverso.
“Si, la lirica è una missione. Ti ci devi dedicare anima e corpo, parlare poco, fare tanti sacrifici per preservare la voce, studiare sempre. Bisogna avere una grande passione per cimentarsi con le arie d’opera. A me è sempre piaciuto anche studiare, desideravo laurearmi e dedicarmi alla cultura. Ho potuto così conciliare le mie due passioni, entrambe frutto di studio e sacrifici”.
Tanto da comparire nella Nuova Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana di Pietro Gargano. Con quale formazione suonerai al teatro Orazio?
“Mi accompagnano tre validissimi musicisti: Mariella Pandolfi al pianoforte, Massimo Mercogliano al contrabbasso, Enrico Del Gaudio alla batteria. Tutti e tre hanno all’attivo diversi album, concerti di prestigio, collaborazioni con artisti internazionali. Il nostro programma s’intitola “Il caldo jazz dei maestri americani”, omaggio a Ellington, Gershwin, Carmichael, Jobim e altre star. Sono sicuramente grandi compositori e oggi la loro musica equivale a quella classica. Non ci si stancherà mai di ascoltare Mozart, Satie e così credo di Gershwin, Monk e di tutti i capiscuola del jazz”.