La figura di Galileo Galilei ha diviso le opinioni: chi lo esalta, chi lo disprezza. Un genio o un impostore? Processato e condannato per eresia, fu riabilitato molti secoli dopo.
Fu costretto ad abiurare le proprie idee dal Sant’Uffizio e accusato di plagio. Pensatore forse incompreso, è stato inventore e ricercatore ed è considerato il fondatore della scienza moderna. Di questo, e non solo, parlano Marco Paolini e Francesco Niccolini nello spettacolo in scena al teatro Nuovo di Napoli dal 18 al 23 febbraio. Il titolo è ITIS Galileo, chiaro riferimento all’istituto scolastico superiore. Infatti, il lavoro deriva dal laboratorio condotto dagli autori nelle scuole dallo studio dell’opera dello scienziato per spiegare ai più giovani come l’essere geniali, in circostanze difficili, possa essere un problema. “ITIS Galileo, però, non è una semplice messa in scena, – spiegano gli autori – una rivisitazione della vita galileiana, bensì un racconto, a tratti fiabesco, a tratti grottesco, sull’esistenza umana”. Il narratore Marco Paolini trasforma, grazie al linguaggio teatrale, la storia dell’astronomo in una vera e propria parabola, che evidenzia le contraddizioni insite nell’animo umano e presenti in quella giustizia civile troppo spesso ingiusta e muta la sua vita in esperienza condivisa. Lo spettacolo racconta un Galilei non solo accademico e tecnico ma, soprattutto, entusiasta, ingegnoso, capace di unire poesia e meccanica, motivato da un forte desiderio di libertà e passione.
“Galileo – precisa il cantastorie – è usato spesso come simbolo della scienza libera contro la fede integralista, ma in realtà è uno che per campare fa anche oroscopi. Eppure ha la forza di guardare oltre. Per noi è facile irridere le teorie del passato, quando finiscono le teorie fanno sempre ridere. Il problema è che mentre ci sei dentro continui a pensare che non sia teoria, ma spiegazione della realtà”.