Un’interpretazione nuova, basata su documenti autentici, per ridare dignità e memoria a Gesualdo da Venosa, nella messinscena di Giampiero Notarangelo. Lo spettacolo va in scena al Teatro Tasso di Napoli fino al 3 maggio. Scritto da Anna Ortolani, il dramma si basa sulla vita tormentata dell’insigne musicista napoletano, autore di madrigali, mottetti, sacrae cantiones e di un “Miserere” composto prima della morte, avvenuta nel 1613.
Interpretato da Giampiero Notarangelo (che lo dirige), Alessandro Mastroserio, Adriana D’Agostino, Mario De Rosa, Camilla Russo, Vincenzo Bosso, Marcello Romano, Marco Amodeo, Carmine Palma, Rossana Lenzi, Andrea Abbruzzese, Carlo Gambardella, è sottolineato dalle musiche originali del compositore.
“Niente è certo della sua vita, – spiega l’autrice – neppure data e luogo di nascita, troppe leggende sono sorte intorno al delitto della moglie e dell’amante, episodi oscuri alimentati da cantastorie, cineasti e scrittori . Mi sono avvicinata a questo grande genio con umiltà, soffermandomi sul suo travaglio interiore e i suoi rimorsi dopo i delitti della moglie Maria D’ Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa d’ Andria, che certamente ha ordinato ma ai quali forse non ha neppure partecipato. Dopo il Rinascimento Carlo Gesualdo è stato dimenticato per diversi secoli finché fu riscoperto da Stravinsky, suo grande ammiratore, che lo esaltò come innovatore e precursore della musica moderna. Molte opere sono state a lui dedicate da compositori stranieri e Italiani. Anche il Maestro Francesco d’Avalos, discendente della moglie assassinata, scomparso da poco, ha composto un’opera “Maria di Venosa”. Numerosi i saggi e le biografie che lo riguardano, di lui si sono occupati cineasti del valore di Herzog.
Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, Conte di Conza, Grande di Spagna riposa sotto una piccola lapide nella Chiesa del Gesù Nuovo, la cui scritta illeggibile avrebbe bisogno di un radicale e urgente restauro, senza neppure una targa che lo ricordi ai Napoletani e ai numerosi turisti”.