Gianfelice Imparato, autore, regista, attore, alterna teatro, cinema e televisione con eguale impegno e bravura. Il prossimo autunno lo vedremo nella nuova serie di “I bastardi di Pizzofalcone” e nei migliori teatri italiani. Grande successo nazionale hanno riscosso la messa in scena di “Non ti pago” e di “Questi fantasmi” della Compagnia di Luca De Filippo.
Imparato, qual è la prossima commedia in programma?
Ci sono varie ipotesi di novità, ma la nuova stagione vedrà ancora repliche di “Questi fantasmi”.
Ha diretto i giovani diplomati della Scuola per Attori “Orazio Costa” della Fondazione Teatro della Toscana in quattro atti unici di Eduardo, che andranno in scena al Teatro Nuovo di Napoli con “Eduardo per i Nuovi”, mentre per il Nuovo Teatro Sanità?
“Sarò in cartellone, sempre come regista, con “Scarti di Paradiso”, protagonista Alessandra D’Ambrosio. E’ la storia di una donna che da giovane, negli anni ’20, faceva la prostituta, gli anni terribili dei manicomi, storia che cade a quarant’anni dalla Legge Basaglia. Si tratta di un bel testo che offrirà anche suggestioni olfattive. Le musiche sono di Patrizio Trampetti, le scene di Clelio Affinito. Dopo Napoli saremo a Roma, nella sala piccola del Teatro Brancaccio”.
Lei è stato tra i protagonisti del film di Paola Randi “Into Paradiso” e del film a episodi “Vieni a vivere a Napoli”: Napoli è ancora una città accogliente, che non conosce razzismo?
“L’accoglienza è l’ultima grande qualità: la nostra città è la capitale della convivenza, dell’accoglienza, della condivisione. Per “Into Paradiso” abbiamo girato nel Cavone, quartiere del Centro Storico a 500 metri da piazza Dante e Salvator Rosa: qui i cingalesi sono integrati con i napoletani: hanno la loro scuola, la chiesa con il monaco buddista, che gira benvoluto da tutti. Con il protagonista dello Sri Lanka, Saman Anthony, abbiamo lavorato benissimo. Purtroppo oggi, per calcoli politici, si strumentalizzano troppe cose. Gli attuali pestaggi dei migranti e il G8 di Genova, con Bolzaneto, rappresentano un momento buio per la democrazia”.
Per la televisione ha interpretato Giorgio Pisanelli, poliziotto del Commissariato di Pizzofalcone. Presto il pubblico potrà vedere, su Rai1, la seconda serie della fiction tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni: ci saranno nuovi protagonisti?
“L’8 ottobre andrà in onda il primo dei sei episodi della nuova serie diretta da Alessandro D’Alatri. La squadra è composta dagli stessi attori. Devo dire che siamo molto affiatati e si avverte. L’ho sperimentato in teatro: quando c’è, si crea un’energia positiva che il pubblico percepisce”.
Lei ha a cuore un altro progetto cinematografico, “Querido Fidel”…
“Il film tratta una storia bella, poetica di Viviana Calò. Narra di un uomo nostalgico del socialismo reale che scrive ogni mese a Fidel Castro senza ricevere risposta. Nel suo pensiero utopistico prova ad applicare il socialismo anche tra le mura domestiche. Gireremo la prossima primavera e l’anteprima si terrà a Cuba. Il mio personaggio, Emidio Tagliavini, è un nostalgico che non fa danno. In questi mesi girerò anche un film di Domenico Ciolfi, “Il caso Pantani” e la terza serie della Trilogia su Tangentopoli, “1994”, che andrà in onda su Sky in autunno”.
Ha in mente di interpretare a teatro “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, ma con un cambiamento. Quale?
“Si tratta di un adattamento: il commesso viaggiatore, una figura che va scomparendo, diventa un attore. Ho riletto molte volte il testo, non ne tradisco la drammaturgia. Basti pensare alla battuta finale: chi più di un attore è un venditore di sogni?”