Debutta al teatro di Diana di Napoli mercoledì 30 marzo (in scena fino al 17 aprile) nella commedia di Charles Shyer, Il padre della sposa. Gino Rivieccio è il protagonista del testo portato al successo al cinema negli Anni Cinquanta e nel remake degli Anni Novanta.
Perché questa scelta?
“Il tema m’interessa molto e poi sento di avere l’età giusta. Ho una figlia di appena quattro anni e già sono geloso, immagino come sarà quando ne avrà venti! Scherzi a parte, la commedia è divertente, basata su un cliché classico che funziona sempre”.
Come partner ha voluto un’attrice straniera, una donna raffinata ed elegante: Corinne Clery.
“E’ una professionista straordinaria, una signora della scena e proprio sulle differenze giochiamo con il testo. Lei madre francese, io padre napoletano, geloso, possessivo, che tenta in tutti i modi di far saltare il matrimonio della figlia: facciamo le scintille e ne verrà fuori uno spettacolo divertente e ritmato, con la regia di Marco Parodi”.
In scena anche Milly Falsino, nel ruolo della figlia, le musiche sono di Peppino di Capri. Non ha niente a che vedere con i film realizzati da Minnelli e Shyer.
“No. Usiamo la traduzione di Maria Teresa Petruzzi, adattata per il teatro da Gustavo Verde, ma sarà tutt’altra cosa”.
I protagonisti al cinema sono stati grandi attori: Spencer Tracy e Steve Martin. Si è ispirato a loro?
“Non avrebbe senso. Sono interpreti straordinari, ma preferisco fare a modo mio, secondo il mio stile teatrale. La commedia è divertente, basata su un cliché classico che funziona sempre”.