Manlio Santanelli, ottant’anni ma non li dimostra, per entusiasmo, freschezza delle idee e ancora tanto prezioso teatro da raccontare.Una settimana di eventi per il drammaturgo partenopeo, che ha spento le candeline l’11 febbraio. Il Nuovo Teatro Sanità di Napoli gli ha reso omaggio con il Processo a un autore: “pubblici accusatori”, Edgardo Bellini e Mario Gelardi. Testimoni a favore, alcuni dei “suoi” attori. Un’occasione ricca di quell’ironia e leggerezza che tanto sono care al drammaturgo, soprattutto un’occasione ricca di affetto e gratitudine per il suo Teatro, la sua scrittura che ne fa di diritto uno dei grandi autori contemporanei che hanno lasciato il segno. A “difesa” gli attori hanno recitato pagine di sue opere: Isa Danieli il “Monologo del pescecane” da “Regina madre”, Nello Mascia il “Monologo della creatura” da “Uscita di emergenza”, Marina Confalone il “Monologo della sorella piccola” da “L’aberrazione delle stelle fisse”, Roberto Azzurro “La Venere dei terremoti”, Gea Martire il “Monologo dell’orecchio” da “Il mio cuore è nelle tue mani”, Fabio Cocifoglia “Memorie di un uxoricida” da “Militari, religiosi e piedi difficili”.
Federica Aiello e Michele Danubio si sono sottoposti all’insindacabile giudizio del pubblico dando corpo ad un nuovo testo, “Domanda di desiderio”, la storia di una coppia di mezza età a caccia di nuovi stimoli per rinnovare lo stanco ménage.
Al Teatro Nuovo di Napoli, invece, presentato da Teatro Segreto, è andato in scena Il baciamano, per la regia di Giovanni Esposito. Interpreti nei panni di una “lazzara” e di un giacobino, Susy Del Giudice e Giulio Cancelli. Scrive Esposito: “un gesto ammirato, sognato, un baciamano, diventa l’opportunità per consolidare il cambio di prospettiva. Mutare pelle e diventare quello che si poteva essere. Due anime che arrivano a sfiorarsi l’un l’altra, finché una voce, un suono, basta a farle rifuggire entro gli antichi confini, di nuovo costrette nell’antica e stratificata armatura. Il sommovimento ha però lasciato delle crepe attraverso le quali sembrano germinare i semi di un mutamento forse definitivo”. Un lavoro che incanta e che riporta alla memoria il dramma della Rivoluzione Napoletana del 1799 con una storia forte e delicata, potente come quegli eventi storici, nello stile inimitabile del suo Autore.
Chi conosce Santanelli sa quanto poco gradirebbe una commemorazione, piuttosto un incontro informale tra amici e tra quanti amano visceralmente il teatro, il lavoro sulla Parola, le sfumature preziose, le luci e le ombre che fanno parte dei suoi personaggi. Il suo Uscita di emergenza riproposto lo scorso anno al Teatro San Ferdinando dagli ottimi Mariano Rigillo e Claudio Di Palma è ormai un classico che si vede e rivede sempre con piacere.
Attivissimo, dopo aver scritto “La serva del Principe” su Machiavelli, Santanelli sta curando una nuova pubblicazione, “Vita Nova” su Dante. E intanto proseguono gli appuntamenti del suo Teatro Cerca Casa, una formula di teatro, dibattito, musica, incontro con i protagonisti delle messe in scena, recuperando l’amore per il dialogo e stimolando la curiosità intellettuale. Non è poco riuscire a far riflettere, emozionare, sorridere con piccole grandi storie che racchiudono tutto un mondo