I Miserabili di Victor Hugo, in prima nazionale, al Teatro Mercadante di Napoli, rivivono nell’adattamento di Luca Doninelli per la regia di Franco Però. La produzione è del Teatro Stabile del FriuliVenezia Giulia, CTB- Centro Teatrale Bresciano e Teatro de gli Incamminati.
Protagonista nel ruolo di Jean Valjean Franco Branciaroli accompagnato da un cast di valenti attori: Alessandro Albertin (Vescovo Myriel/Gillesnormand), Silvia Altrui (Cosette bambina/Gavroche), Filippo Borghi (Marius), Federica De Benedittis (Cosette adulta), Emanuele Fortunati (Courfeyrac/Montparnasse), Ester Galazzi (Fantine/Baptistine), Andrea Germani (Enjolras/Gueleumer), Riccardo Maranzana (Thenardier), Francesco Migliaccio (Javert), Jacopo Morra (Combeferre/Babet), Maria Grazia Plos (Madame Thenardier/ Magloire), Valentina Violo (Eponine).
“Portare “I Miserabili” su un palcoscenico è un’impresa sicuramente temeraria, e si trema davanti a millecinquecento pagine – afferma Luca Doninelli – pagine che appartengono non solo alla storia della letteratura, ma del genere umano, come l’Odissea, la Divina Commedia, il Don Chisciotte o Guerra e Pace”. Impresa riuscita nel mettere in scena le pagine salienti del capolavoro attualissimo tra i più importanti della letteratura francese, un’epopea della miseria che ha per protagonisti personaggi indimenticabili, anti-eroi di una società contraddittoria come la Parigi post Restaurazione dell’ ‘800. Franco Però sottolinea come “nelle società occidentali si assiste all’inesorabile ampliarsi della forbice fra i “molto ricchi” e i “molto poveri”, fra chi è inserito nella società e chi invece ne è ai margini”. Storia universale ricca di assonanze con l’attualità, il romanzo di Hugo è immenso per l’autenticità delle emozioni e la complessità della trama. Fedele, l’adattamento teatrale cuce sapientemente i momenti salienti della storia. Franco Branciaroli è magnifico santo e galeotto, “una figura angelico-faustiana, ritratto di un’umanità che forse deve ancora venire”, come afferma lo stesso attore che riporta alla memoria altri strepitosi interpreti di Jean Valjean per il cinema quali furono Jean Gabin, Gérard Depardieu e Gastone Moschin nello sceneggiato Rai del ’64. Tutte le pagine della storia sono emozioni forti, dall’iniziale scena del furto dei candelabri di Jean Valjan e la sua redenzione al suo amore di padre per Cosette, dalle barricate del 1832 alla tenerezza di Marius per la morente Eponine, dall’abbraccio finale di Jena Valjan morente ai due giovani perché solo l’amore ha un senso. Le scene dello scenografo e pittore Domenico Franchi rivisitano gli antichi periaktoi, in continuo movimento, quasi pagine da sfogliare e richiudere. Firmano i costumi Andrea Viotti, le luci Cesare Agoni e le musiche Antonio Di Pofi. Una messa in scena fedele senza inutili ammodernamenti e rivisitazioni e ben interpretata. Non ci stancheremo mai di rileggere o rivedere classici come “I Miserabili” che rappresentano anche una metafora del Teatro dove l’attore rappresenta anche se stesso e la propria arte.