(Videointervista di Maresa Galli)
“I Vespri Siciliani”. Ne parlano Emma Dante e Don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis e Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Napoli. L’opera di Verdi sarà in scena al Lirico partenopeo dal 21 gennaio al 3 febbraio 2024.
“Nell’ambito del progetto Il Teatro San Carlo per il Sociale. I volti della memoria per un presente di legalità – spiega il direttore generale del Lirico partenopeo Emmanuela Spedaliere – dedicheremo le recite del 24 e del 31 gennaio ai familiari delle vittime innocenti della criminalità. Desideriamo mantenere vivo il legame profondo e vitale tra il nostro teatro e il mondo delle associazioni. Mi fa piacere infine ricordare che all’interno del programma di sala di Vespri sarà presente un contributo speciale tratto dal libro Non chiamateli eroi di Nicola Gratteri Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e Antonio Nicaso”.
“I Vespri ci ricordano che la memoria delle vittime va rispettata in modo che non sia invano il loro sacrificio e affinché il ricordo di una persona uccisa diventi un patrimonio per migliorare le esistenze – afferma Don Tonino – È un concetto che la nostra Fondazione sottolinea molto per incoraggiare, per accompagnare, per sostenere, per motivare i familiari delle vittime. Lo ricordava già don Milani, per altri motivi: “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca? A che serve avere il ricordo di una persona uccisa se non diventa capitale di tutta l’umanità per dare una vera svolta alle nostre sonnolenti esistenze?”.
Ed Emma Dante precisa: “La mia messa in scena de I Vespri vuole essere un omaggio e anche una commemorazione delle vittime della mafia. Che deve a mio parere unire il Paese. Racconta Palermo ma anche l’Italia, perché parla della nostra storia, quella degli italiani tutti. Per questo motivo, durante l’aria di Elena, quella in cui la duchessa chiede al popolo di avere coraggio, la piazza si riempirà dei volti di Boris Giuliano, Pippo Fava, Peppino Impastato, Libero Grassi, Piersanti Mattarella, Placido Rizzotto, Cesare Terranova, Falcone e Borsellino e dalla sala caleranno dei gonfaloni con i volti delle vittime innocenti della camorra. Mi è sembrato naturale che Elena diventasse Rita Borsellino che spingerà alla ribellione i suoi compatrioti. Nei Vespri c’è un popolo oppresso dai dominatori francesi ma sono oppressori anche i mafiosi”.
La suggestiva scenografia di Carmine Maringola parte dal “Mosaico della Memoria”, un itinerario dei luoghi dei delitti di mafia.
In scena un cast tutto italiano. Mattia Olivieri (Guido di Monforte), Gabriele Sagona (Il Sire di Bethune), Alessandro Spina (il Conte Vaudemont), Piero Pretti (Arrigo), Alex Esposito (Giovanni da Procida), Maria Agresta (la Duchessa Elena), Carlotta Vichi (Ninetta), Antonio Garès (Tebaldo), Lorenzo Mazzucchelli (Roberto), Francesco Pittari (Danieli), Raffaele Feo (Manfredo). Sul podio Henrik Nanasi, direttore del Coro è Fabrizio Cassi.