E’ all’insegna del pathos Il discorso del re, il film che ha trionfato agli Oscar 2011 conquistando ben quattro statuette (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura originale). Sin dalla prima scena, lo spettatore è catturato dalla magistrale interpretazione dell’attore protagonista Colin Firth, tanto da identificarsi completamente col suo personaggio, fino a condividerne lo stato d’ansia (una bravura ancora più apprezzabile nella pellicola in lingua originale). Non da meno è l’impeccabile performance di Geoffrey Rush, che nel film veste i panni del mancato attore e pseudo-logopedista australiano, Lionel Logue.
E’ il 1925. Siamo alla cerimonia di chiusura dell’Empire Exhibition a Londra. Il duca di York, Albert Windsor, secondogenito del sovrano d’Inghilterra Giorgio V, sta per leggere alla Nazione un messaggio del padre. Si avvicina al microfono, “tre lampi poi rosso fisso” ed è in diretta radiofonica: a un lungo silenzio segue una voce da balbuziente, imbarazzante e fastidiosa.
Su suggerimento della premurosa moglie (Helena Bonham Carter), il duca di York si affida alle cure di un presunto dottore, ma non senza resistenze. A mano a mano che il rapporto tra i due diventa più amichevole, la terapia, che inizialmente mirava a raggiungere una risoluzione meramente meccanica del problema, assume i connotati di una vera e propria indagine psicologica.
Tuttavia, la “guarigione” del duca diviene maggiormente impellente dal momento in cui suo fratello, il re Edoardo VIII, decide di abdicare al trono per sposare un’americana, oltretutto divorziata. Grazie anche ai metodi di Logue, poco ortodossi e acquisiti esclusivamente con l’esperienza, il nuovo re Giorgio VI riuscirà a dar “voce” al popolo inglese, durante i drammatici anni della Seconda guerra mondiale.
Nonostante nella parte finale serpeggi il rischio della retorica e del trionfalismo, questo viene abilmente evitato dalla coinvolgente regia di Tom Hooper, che, con il suo modo di organizzare la narrazione filmica, induce a soprassedere all’ovvietà del messaggio e alla prevedibilità del finale.
chiara ricci
LA SCHEDA
IL DISCORSO DEL RE
REGIA: TOM HOOPER
SCENEGGIATURA: DAVID SEIDLER
CON: COLIN FIRTH GEOFFREY RUSH
HELENA BONHAM CARTER
GUY PEARCE
DEREK JACOBI
DRAMMATICO – GRAN BRETAGNA/AUSTRALIA 2010