Anteprima di Stagione del Teatro Nazionale – sabato 30 settembre 2023 alle ore19 al Teatro Mercadante di Napoli. Il Duce delinquente è un evento che si propone in occasione dell’80° anniversario delle 4 giornate di Napoli, che si svolsero a Napoli dal 27 al 30 settembre 1943. Uno dei momenti più significativi della forza del popolo partenopeo contro invasioni e sopraffazioni.
Ne sono protagonisti e interpreti tre nomi importanti: Aldo Cazzullo, che racconta. Moni Ovadia, che legge i testi del Duce e delle sue vittime. Giovanna Famulari, che eseguirà dal vivo le musiche, a partire da canzoni dell’epoca.
«La maggioranza degli italiani – scrive Aldo Cazzullo a proposito di questo suo racconto scenico su Benito Mussolini – pensa che Mussolini fino al 1938 le abbia azzeccate quasi tutte, fino all’”errore” dell’alleanza con Hitler, delle leggi razziali, della guerra. Dimostreremo che non è così. Prima del 1938, Mussolini aveva provocato la morte di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. Aveva fatto morire in manicomio il proprio stesso figlio e la donna che aveva amato.
«Aveva preso – continua l’autore – e mantenuto il potere nel sangue perseguitando oppositori e omosessuali, imponendo un clima plumbeo e conformista. Aveva chiuso i libici in campo di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato uomo narcisista e cattivo. La guerra non è un impazzimento; è lo sbocco naturale del fascismo. E aver mandato i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, nel deserto, in Albania è stato un altro crimine, contro il suo stesso popolo. E ancora devono arrivare gli orrori della guerra civile. E del neofascismo delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza. Alla fine – conclude – capiremo perché dobbiamo vergognarci del fascismo. Ed essere orgogliosi dei resistenti che l’hanno combattuto».
Con Il duce delinquente, Cazzullo ricostruisce crimini e tradimenti che Benito Mussolini riusciva a ordire sia nella vita privata che come capo del governo, forte della granitica propaganda fascista.

«La mia idea su Mussolini è molto severa – ribadisce il giornalista e saggista – e credo che in Italia ci sia ancora un’immagine deformata del Duce: ci sono pochi, non pochissimi, fascisti convinti; ci sono tanti, non tantissimi, antifascisti; e c’è una grande maggioranza di italiani che pensa che il Duce sia stato uno statista, almeno fino alle leggi razziali del 1938, quando è impazzito e si è schierato con Hitler. Questa è la mentalità comune. Invece il Duce, già molto prima del 1938, aveva provocato la morte violenta di quasi tutti i capi delle opposizioni. Anche la guerra non è stata un impazzimento senile, ma è insita nel fascismo stesso: l’idea di aggredire gli altri popoli, di imporre una razza su un’altra fa parte del suo Dna».
«Il giudizio morale sul fascismo è assoluto: è stato un crimine. – commenta Moni Ovadia – In Italia non è più tollerabile alcun tipo di revisionismo. Mussolini è stato il più grande assassino degli italiani della storia. Li disprezzava apertamente, profondamente. Non a caso, una delle sue frasi più celebri era “governare gli italiani non è impossibile, è inutile”».
INFO
Ingressi 10 € intero | 8 € ridotto
Info e prenotazioni: e-mail: biglietteria@ teatrodinapoli.it | tel. 081.5513396