Il Festival dei giovani

Redazione

Si svolge anche al teatro Galleria Toledo di Napoli dal 6 al 23 giugno, la rassegna di teatro giovanile E45 Napoli Fringe Festival 2013.

Il logo del Festival
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Il programma:

13 giugno – ore 20.30 – 14 giugno – ore 20

Il cerchio primo

. Coreografia: Emma Cianchi – Videocreazioni: Gilles Dubroca – Musiche: Raffaele Lopez – Suono e software: Dario Casillo. Con C.ia Art Garage, violoncello: Raffaele Sorrentino

Silenzio, suono e immagini si alternano alla ricerca del tempo e dello spazio, alla ricerca di una sintesi tra corpo | suono | ambiente. Un esperimento coreo-sonoro in cui il movimento del danzatore nello spazio circolare si traduce in “spazio timbrico”.

16 giugno – 18.00, 19.30, 21.00 – 17 giugno – 19.00, 20.30, 22.00

RuSuD, uno spettacolo performativo-sensoriale di e con: Simona Argentieri, Piero La Rocca, Maurizio Maiorana, Daniela Mangiacavallo, Giuseppe Provinzano

“RuSuD è una esperienza di confine: non accade su palcoscenici tradizionali secondo le normali distanze tra attori e spettatori, non si sviluppa a partire da un testo prescritto e definito, cerca piuttosto spazi che attori e spettatori insieme possano “abitare” per il tempo destinato all’esperienza da vivere”.

19 giugno ore 20 – 20 giugno ore 22.30 – Augmented Pinocchio. Di e con Michele Cremaschi

La nota storia di Pinocchio sarà traccia per rappresentare alcune parti della favola, che più di altre sono metafora delle illusioni che quotidianamente subiamo. Attori che scompaiono, oggetti che volano, realtà che sembrano esserci o forse no, sono possibilità per una scrittura dove l’intrattenimento si fonde alla magia della messa in scena.

22 giugno ore 21.30 – 23 giugno ore 19.00

Fragilefrana di e con Eleonora Chiocchini, in scena anche Daria Menichetti, Chiara Michelini

Lo spettacolo mette in scena racconti residui di un romanzo non scritto. Una narrazione per immagini che si manifesta in uno spazio-tempo non lineare dove figure soggette a processi di sgretolamento e dissesto appaiono, scompaiono, tessono relazioni invisibili,  si fanno eco una dell’altra per disegnare un mondo che esiste appeso alla terra forse solo all’ombra delle nostre palpebre abbassate. Lasciarsi franare, chiudere gli occhi in mezzo al frastuono e alla calca per fermarsi a considerare quello che stiamo vedendo e vivendo.

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