Il Gabbiano (à ma mère)

Maresa Galli

In scena al Teatro Diana di Napoli, fino a domenica 24 febbraio, Il gabbiano (à ma mère), tratto da Anton Čechov, per l’adattamento e la regia di Giancarlo Sepe, ha per protagonista Massimo Ranieri, il cast è composto da Caterina Vertova nella parte di Irina Arkàdina, Pino Tufillaro, Federica Stefanelli, Martina Grilli, Francesco Jacopo Provenzano; scene e costumi di Uberto Bertacca, musiche di Harmonia Team e disegno luci di Maurizio Fabretti. Lo spettacolo è coprodotto da Diana Or.i.s. srl e Rama 2000 srl.

La storia di Treplev, scrittore incompreso, e del suo amore per Nina, è nota, così come il suo rapporto di odio/amore con la madre Irina, un’anziana e famosa attrice. Al centro della scena campeggia un pianoforte lungo e largo, simbolo della musica, leit motiv dei testi, della storia, scoperta dallo stesso Cechov dopo l’insuccesso della sua prima messa in scena di Il gabbiano. Una dimensione di sperimentazione per il regista che si confronta con altri linguaggi per questa sua personale lettura cechoviana. Come sempre, Ranieri è straordinario chansonnier, e cesella perle quali “La chanson des vieux amants” di Jacques Brel, “Je suis malade” di Serge Lama, “Avec le temps” di Léo Ferré, “Hier encore” di Charles Aznavour, “Et maintenant” di Gilbert Bécaud, “La foule” di Angel Cabral portata al successo da Edith Piaf.

Sepe trasforma il giovane Kostja in un figlio anziano che vive un rapporto ambivalente con sua madre. Non la realtà ma gli incubi entrano in scena, con personaggi quasi pirandelliani, fantasmi che rivivono il loro drammi. Allusioni all’infanzia difficile di Cechov, Kostja che sopravvive al suicidio, Kostja personaggio immaginario… Di certo lo spettacolo è una lettura libera del capolavoro russo, ben sostenuta dal bravo cast e da un Ranieri ottimo attore e, come sempre, meraviglioso chansonnier.

 

 

 

 

 

 

 

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