E’ in scena al Teatro Bellini di Napoli, fino a domenica 10 novembre, Il grande vuoto, terza tappa della Trilogia del vento di Fabiana Iacozzilli. Nella pièce, ispirato alle opere Una donna di Annie Ernaux, nel romanzo Fratelli di Carmelo Samonà e in I cura cari di Marco Annicchiarico, la narrazione teatrale si contamina con il video. Attraverso fotocamere in grado di proiettare ad alta risoluzione e con visione notturna fino a trenta piedi.
Regia Fabiana Iacozzilli, drammaturgia Linda Dalisi, Fabiana Iacozzilli, performer Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero, Lanzellotti, Giusi Merli. Con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena. Progettazione e realizzazione scene Paola Villani, musiche originali Tommy Grieco. Suono Hubert Westkemper, costumi Anna Coluccia. luci Raffaella Vitiello, video Lorenzo Letizia.
I figli possono continuare a vivere la propria vita ed entrare in quella del proprio genitore senza essere visti.
LO SPETTACOLO
Guardare la madre giocare al solitario, fissare la televisione spenta, parlare con persone che non esistono, non farsi il bidet, piangere, stare seduta e ferma sul bordo del letto. Passare la notte a tirare fuori dai cassetti fotografie, pezzi di carta, mutande sporche, per poi rimetterli dentro. «Tante le domande che ci hanno spinto a sprofondare in questa materia artistica. – spiega Fabiana Iacozzilli – Ad addentrarci in questa ricerca su cosa rimane di noi e se continua ad esistere qualcosa di quello che siamo stati. Mentre ci approssimiamo alla fine della vita. Ma una su tutte è forse la più adatta a questo lavoro ed è quella letta in un fumetto dell’autrice Giulia Scotti: “il punto è trasformare il dolore in bellezza. Ci riusciremo ancora?”».
LA TRILOGIA
La trilogia del vento è un trittico che intraprende un viaggio tra le grandi tappe dell’esistenza umana come opportunità generative. L’infanzia e il rapporto con i maestri che ci mostrano o ci impongono delle vie da percorrere. E’ al centro del pluripremiato La classe, un docupuppets per marionette e uomini. La maturità, la genitorialità e il riuscire a prendersi cura sono protagonisti di una cosa enorme. Infine, la vecchiaia in rapporto con il vuoto e il senso della memoria vengono indagati in Il grande vuoto.