Il panino con Cirillo sulla scena diventa il gioco di Bennett

Angela Matassa

Si segue con leggerezza e piacere, grazie alla bellezza del testo e alla straordinaria interpretazione di Arturo Cirillo, Il gioco del panino. Lo spettacolo tratto dal testo dell’inglese Alan Bennett, nella traduzione di Mariagrazia Gini. Lo porta in scena l’attore e regista partenopeo al Teatro Piccolo Bellini di Napoli, fino a domenica 14 maggio 2023.

Non tradisce l’autore, Cirillo, vestendo i panni di uno dei personaggi creati dall’amato scrittore anglosassone. Uomini e donne, cariche forse di problemi e conflitti, ma persone senza etichette, semplici come un elemento della natura.

E ’il senso dell’umano che viene fuori dalle figure disegnate, dalle parole che nella loro semplicità ne riportano le difficoltà esistenziali. Nei dialoghi, solo immaginati dallo spettatore, perché Il gioco del panino è un monologo, molto ben tenuto dal protagonista.

Bennett disegna i personaggi nella loro umanità, nei problemi intimi e reali dell’individuo con grande attenzione alle emozioni e alla loro sensibilità, ma mai manifestati palesemente. Il centro della sua scrittura resta la persona.

Una scena de Il gioco del panino (foto di Giulia di Vitantonio)

Sulla bella scena di Dario Gessati, che descrive il parco con videoproiezioni e un’altalena, l‘interprete e regista Cirillo si muove con grande disinvoltura, facendo immaginare il giro nel parco nel quale lavora come uomo delle pulizie (ma, s’intuisce, è stato altro). Wilfred, un uomo qualunque, sposato, si accontenta di quel che ha. Non si pone troppe domande e va avanti nella vita. Così il pubblico si ritrova con lui, in abiti da lavoro, con gli attrezzi sempre pronti, nel gazebo, punto di incontro di passanti. O nel bosco, dove si chiuderà, e si comprenderà, l’intera storia.

Sostenuto dai canti di voci bianche del grande musicista inglese Benjamin Britten, Cirillo dà corpo e voce ai vari personaggi, passando da un registro a un altro con grande facilità.

Attore veramente maturo, pur se appartenente alla ancor giovane generazione di artisti, diventa agli occhi dello spettatore, il suo capo, la donna che si ritrova a passeggiare nel parco, la sua bambina, che gioca e fa insistenti domande allo spazzino.

L’azione lascia prevedere, seppur mai annunciato, un finale a sorpresa che, una volta giunto, a luci spente, lascia profondamente toccati.

Da non perdere.

 

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