Guglielmo Marino firma la regia de “Il prezzo del perdono”, andato in scena al Teatro Cortese di Napoli dal 16 al 18 febbraio 2024 . Prima drammaturgia di Gianni Caputo, anche talentuoso interprete con Giulia Mancini e Mario Troise.
La vicenda ruota attorno l’ormai impossibile rapporto di coppia tra Vittoria (Giulia Mancini), una donna che non ha ancora superato il trauma di uno stupro subìto quando, giovane militante di gruppi extraparlamentari, venne rapita e incarcerata in modo illegale.
Suo marito Andrea (Gianni Caputo), anche lui con un passato di giovane extraparlamentare, fa parte della Commissione Parlamentare di Inchiesta che dovrà indagare proprio su quegli anni bui della Repubblica. Ormai ha fatto carriera passando su quegli ideali egalitari, di solidarietà e giustizia che da giovane condivideva con la moglie. All’improvviso il destino fa incontrare la coppia con Jacopo (Mario Troise), un medico conosciuto per caso da Andrea.
Vittoria riconosce in Jacopo, dall’apparenza gentile e onesto, la voce e l’odore del suo aguzzino stupratore, che torturava le prigioniere bendate e che, dopo aver compiuto i suoi atroci atti, tornava alla sua vita irreprensibile, alla sua famiglia.
La donna cercherà la complicità del marito, convinto che lei sia ormai fuori di testa, in un pirandelliano gioco della verità incomprensibile.
Ormai la carriera di Andrea è costruita sull’autoinganno, sulle false certezze, costi quel che costi. Colonna sonora del dramma, il “Notturno” di Chopin, sublime musica che il raffinato medico faceva ascoltare alle sue prigioniere durante il loro supplizio.
Vittoria saprà compiere una dolorosa ma saggia scelta per andare avanti e provare a superare il suo trauma. Solo Andrea non saprà capire i reali sentimenti della moglie e le vere motivazioni del suo agire, rimanendo chiuso nel suo ottuso mondo di insensibilità maschile, senza speranza di cambiamento.
Un lavoro difficile, di grande tensione emotiva, con dialoghi serrati che vede un’ottima prova degli attori in scena, brillantemente diretti da Marino che sa rendere tutte le sfumature del dramma, indagando sulle ombre della natura umana.
Bella la scenografia essenziale di Sissi Farina. Costumi di Liliana Castiello. Luci e fonica di Valeria Colasanti. Meritati, lunghi applausi a tutte le repliche.