“Lanciare un messaggio nuovo per la città dall’interno del teatro” è il desiderio di Arnolfo Petri, direttore artistico di Il Primo di Napoli. La sala ai Colli Aminei celebra la sua diciannovesima stagione, alla quale si è giunti con fatica e impegno, sempre “resistendo, ma con tanta passione e voglia di offrire spettacoli di qualità”.
Come sempre, una serata inaugurale speciale e un ospite d’onore per avviare la programmazione. Per il 2016/2017, il cartellone propone in apertura questa sera (fino a domenica) Monica Assante di Tatisso, nel duello musicale “tra il poetico e lo scanzonato” con Rosario Ferro “Attenti a quei due”. L’ospite d’onore sarà un grande protagonista della scena, Antonio Casagrande, che dal 27 al 29 gennaio 2017 porterà in scena “Caffè notturno – C’è di peggio, care signore….”, da Pirandello, scritto con il figlio Maurizio.
Una proposta che si fa in tre per il 2016/2017: il programma principale “La paura mangia l’Anima”, con quindici spettacoli, le rassegne “Ad Est del mondo”, dedicata a “Teatri e storie da orizzonti vicini”, quest’anno saranno quelli di Cina, Giappone, Corea del Nord, a cura di Armando Rotondi; “Napoli underground”, cinque concerti di Suoni di tutto il mondo a cura di Andrea Bonetti.
“Ho deciso di intitolare la stagione “La paura mangia l’Anima” per sottolineare come la paura del differente ci rode interiormente – dice il direttore Arnolfo Petri, spiegando la citazione a Fassbinder – e ci fa perdere il rapporto con la nostra umanità”.
Petri sarà protagonista e regista del suo progetto “Crueldad”: tre autori contemporanei (Francesca Gerla, Pino Imperatore, Angela Matassa) hanno scritto per lui altrettanti monologhi sul tema della violenza fisica e psicologica. Dal 3 al 5 febbraio 2017 interpreterà le storie di “ordinaria crudeltà” di una coppia, di due sorelle, di una madre e una figlia, di una donna che diventa assassina. Tra gli autori noti, scelti dalle compagnie in scena ci sono Thomas Bernhard (“Ritratti” di Gianni De Feo), Maurizio De Giovanni (“Le voci dal muro” di e con Adriana Carli), Plauto (“Scemo di guerra” di Antonio Medusa e la regia di Enzo Arcié), il molto frequentato Schmitt (“Variarioni enigmatiche”, l’insolito Jules Verne (“Dramma nell’aria” di Fabio Casano); Luigi Pirandello (“Il berretto a sonagli”, con la regia di Enzo Arciè chiude la stagione il 7 maggio 2017).
Per la comicità sale sul palcoscenico, come di consueto, Rosario Ferro. “Continuo a lavorare su Scarpetta perché non sia mai dimenticato”, dice l’attore e regista che rappresenterà “Tre cazune furtunate” dal 3 al 19 marzo 2017, e che sarà in scena nel periodo di Natale. Quest’anno porta sotto i riflettori la comicità (generalmente poco colta) di Anton Cechov, scegliendo i due atti unici “La domanda di matrimonio” e “L’anniversario”, uniti nello spettacolo “Cechuffiata” “Li ho ambientati in Russia e saremo russi. Ma al pubblico sembrerà di sentirci recitare in napoletano”, scherza.
Completano la proposta “Mumble mumble–Confessioni di un orfano d’arte” di Emanuele Salce (che lo ha scritto con Andrea Pergolari), ricordo del papà naturale Luciano e di quello putativo Vittorio Gassman; “Lo scandalo” di Biagio Buonomo; “Sigmund & Carl”, un classico di Niko Mucci; “Controcanto alla felicità” di e con Lucia Stefanelli e la partecipazione di Arnolfo Petri.