Festival della creatività partenopea al Maschio Angioino di Napoli dal 16 al 18 febbraio con Napulitanart, evento promosso da Rosalba Esposito

per dare slancio, vitalità e visibilità positiva alla nostra città.
“Il progetto che condivido con moltissimi artisti – spiega l’ideatrice – ha l’obiettivo di rendere la città protagonista assoluta, orgogliosamente bella mentre si mostra al mondo senza reticenze, determinata alla riappropriazione della sua dignità. Per dimostrare che i napoletani non sono solo munnezza, come purtroppo da troppo tempo si va dicendo in Italia e nel mondo. Parthenope si è svegliata”.
Un segnale di contrasto forte, espresso dalla pluralità delle arti che da secoli caratterizzano Napoli. Un sasso lanciato lontano con la voglia e l’obiettivo di promuovere il cambiamento, recuperare l’identità storica, artistica e territoriale che vanno di pari passo con la necessità del rilancio del turismo e del lavoro.
Le fanno coro in tanti. Manlio Santanelli parla di pluralismo, vera forza aggregante. “L’arte deve dimostrare che è un’attività produttiva come le altre. Basta con le attese. Smettiamola di chiedere, di sembrare postulanti. Smettiamo di lamentarci, mostriamoci propositivi e cominciamo a dare”.
Con il drammaturgo partenopeo hanno aderito numerosi artisti da Cerciello a Moscato a Danieli, Sinagra, Serao, Picone con l’arte di strada, videomaker (Fabiola Catapano, Rita Chiliberti, Angelo Casteltrione, Giusy Iescone), pittori (Elio Ferrara, Bill Papaleo, Manuela Vaccaro, Sandro Ferrara), fotografi (Eliana Esposito, Donato Russo, Silvio Esposito, Luigi Montefoschi, Mario Iannaccone).
Napoli è la prima a disconoscere i suoi artisti – sottolineano tutti – noti più all’estero che in patria. Oltre all’autore di “Regina Madre”, ne è testimone Bruno Leone che porta il Teatro delle guarattelle in ogni continente: “E’ una forma di spettacolo considerata sottocultura.– dice – Posso invece affermare che ha una grande contemporaneità perché usa un linguaggio surreale, astratto, simbolico, sempre valido e un’indiscussa universalità. Ovunque vado, infatti, dall’Africa alla Palestina, all’India, gli altri popoli si ritrovano nelle storie di Pulcinella”.
Cinque i settori, in cui sono già partite le collaborazioni con i pittori, fotografi, ballerini, attori, musicisti. I titoli: “Gli occhi, le mani, il volto, il corpo, l’anima di Parthenope”. Una rete di sinergie, indispensabile ai nostri giorni, che si completerà con un sito dedicato, con l’obiettivo di ampliare la partecipazione, ma anche la diffusione e la distribuzione d’immagine di una città che intende uscire da logiche localistiche e folkloristiche.
Nei tre giorni restano aperte in quattro sale del Castello, le mostre figurative, le proiezioni di video, fra cui “Ulisse: viaggio nel regno delle due Sicilie” di Alberto Angela, e Raffaele La Capria che racconta Palazzo Donn’Anna. Clou della giornata di sabato sarà la tavola rotonda sulla condizione del teatro a Napoli.